"Odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d'ogni grande azione, riducendoci come animali che attendono tranquillamente alla conservazione di questa infelice vita senz'altro pensiero."
(Giacomo Leopardi)



"In pratica le persone che mi vogliono bene spesso non si accorgono infatti che il loro "ti appoggio" si trasforma in un "mi appoggio"
(Miranda Taten)



venerdì 11 dicembre 2009

Adieu


Soffro. Se per un attimo soltanto mi soffermo a guardare fuori dalla finestra e provo a immaginare il senso di abbandono vissuto da una delle mie amiche fidate, mi sento mancare il fiato.
Me l’immagino lì ad aspettare pazientemente il mio arrivo che mai ci sarà. Perché purtroppo la vita è fatta anche di abbandoni. Oggi è toccato a lei. Lei. La mia stupefacente, meravigliosa, fiammeggiante Pandina bianca “young”, nel corpo e nello spirito.
Quando mi sono messa alla guida per accompagnarla al luogo dell’appuntamento non ho avuto il coraggio di raccontarle ciò che stava per accadere. Forse ho sbagliato.
Panda non era una panda. Panda era la MIA PANDA. La sua storia intrecciata alla mia come con nessun altro sarebbe potuto accadere. Sin dall’inizio la sua vita nata sotto una strana stella. Non potevamo non incontrarci e fare un po’ di strada assieme.
Panda. Uscita dalla fabbrica e destinata non alla vendita ma al sorteggio. Panda vinta da uno degli uomini più inquietanti e contorti, con rispetto parlando, che il mondo abbia potuto generare: Mio nonno. Bonanima, aggiungerebbe qualcuno. Il nonno la vince in un sorteggio del Giornale di Sicilia. Che culo! Ha due , forse tre, opzioni: 1) regalarla; 2) venderla a un prezzo minimo stabilito dalla casa costruttrice; 3)venderla al prezzo massimo ancora una volta stabilito dalla suddetta.
Ma il mio nonnino è un nonno speciale ed essendo ricco di mille risorse opta per l’opzione inventata e personalissima numero 4: MENTIRE SPUDORATAMENTE!!!
Il vincitore deve rilasciare un’intervista dove, in compagnia della consorte, manifesta tutto il suo stupore per quell’inaspettata, graditissima vincita. Il mio nonnino decide di comunicare che, avendo un numero esorbitante di nipoti e trovandosi nell’impossibilità di scegliere l’eletto tra i tanti amati, organizzerà una specie di sorteggio e il resto lo farà il fato!
Ma che fortuna! Io? Davvero? Oh my Goooooooooooooooood! Unbelievable. Con soli 7.500.000 lire mi sono aggiudicata la mia Pandina! Sì. Solo 7.500.000 lire: il massimo consentito dalla casa produttrice! Oltre alla mia pandina, per un paio d’anni mi sono aggiudicata anche la rabbia, l’invidia, l’odio ,oserei dire, di un paio di cari zietti e dolci cugini che non riuscivano a spiegarsi come mai in quel fottutissimo “sorteggio” fossi uscita proprio io, nipote strana e dal carattere oscuro! Un giorno cominciarono a piovere dal cielo sulla città di Palermo fotocopie di quei due assegni staccati per coprire “le spese d’istruttoria” ;-) del sorteggio organizzato da mio nonno. L’arcano mistero venne svelato e qualche cuginetto o zietto dovette trovare altri motivi, indiscutibilmente validi, per decidere che io fossi una stronza. In realtà, bastava solo guardarmi…
Tornando al nostro primo incontro va detto che fu bellissimo e singhiozzante. L’appuntamento con i nonni era davanti la concessionaria incaricata di consegnare la macchina al vincitore. Arrivai puntuale all’appuntamento e non tanto per la fretta di abbracciare il mio “premio”, quanto per il timore di fare incazzare mio nonno (la qual possibilità non era così remota). Lei era lì. Lo sguardo intimidito mentre il meccanico le alzava il vestitino per mostrarmi le sue meraviglie. Le feci l’occhiolino e amore fu.
Il nonno non mi offrì nemmeno il primo pieno della macchina, un caffè o perché no!, uno degli “sciù” di cartone e panna sintetica amorevolmente preparati un anno prima da mia nonna (Tata mi è testimone). Una pacca sulla schiena, un “U’ Signuri ti binirici” e ci congedammo fino a data da stabilirsi.
Rimanemmo noi due lì. Io seduta alla guida, lei in attesa di essere messa in moto.
Il tipo della concessionaria: “Guardi che ha un’ottima accelerazione. Appena lascia la frizione, senza acceleratore, la macchina già cammina!”. Io, distrattamente e in preda all’ansia da prestazione che mi assaliva quando mi sentivo osservata: “Certo. Sì. Grazie. Arrivvvvvvvv…” Pandina:“rrrrrrrrrrrrrrrrrrrr(primosinghiozzo)…rrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr…(secondosinghiozzo)…rrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr”. Io: “…ederci…!”
E in un batter d’occhio mi ritrovai davanti il benzinaio a 500 metri dalla concessionaria per il mio primo e quasi ultimo pieno di benzina. La nostra avventura era appena cominciata.
Panda è stata la mia compagna ai tempi dell’Università dopo che un odiosissimo ladruncolo decise di rubarmi lo scooter senza sapere che, essendo proprietà di una strega, i copertoni gli sarebbero scoppiati tra le mani. Almeno, questo è ciò che mi piaceva pensare. Scooter che, a sua volta, sostituiva (brutta parola) Amico. Amico era un altro scooter che in mano ad un Amico (di quelli in carne ed ossa che però come le ciambelle non sempre riescono col buco) fece una brutta fine lasciandoci la carenatura in quel di Trapani. Ma qui ci dilunghiamo.
Panda. Panda come la Barbie e come qualche Presidente del Consiglio ha subito mostrato di avere uno spirito eclettico. Così, a seconda delle circostanze, è stata Panda Bua quando dopo i suoi primi cinque minuti di parcheggio venne speronata da un deficiente con gancio per il carrello (sul quale forse teneva il cervello); Panda Trattore quando, alla ricerca della nuova casa di campagna dei miei, ci perdemmo in mezzo alle campagne del Trapanese e vagammo su una trazzera per una mezzoretta abbondante. Panda Corriera, portandomi ogni fine settimana da Palermo a Trapani e viceversa. Panda Ammiraglia quando, incontrato l’uomo della mia vita proprietario di un altrettanto amata due ruote, divenne la macchina ufficiale per eventi ufficiali di un certo spessore (leggasi Cerimonie e Matrimoni di Amici … col buco questa volta!). Panda Sposa perché la scegliemmo senza esitazioni come macchina ufficiale per il nostro matrimonio e il riso tra le giunture vi rimase per circa tre anni. Infine, Panda Mamma ti voglio bene quando, nonostante la concorrenza della Citroen Xsara Picasso, si mostrò ancora una volta all’altezza della situazione ospitando ben due bambini!
Panda ha vissuto i miei esami all’università, le mie uscite serali, le mie solitarie giornate al mare, il mio Amore per la vita, il mio matrimonio, il mio pancione, la mia laurea, l’altro pancione. Panda mi ha visto fumare e poi smettere di fumare. Panda mi ha visto piangere, ridere da sola…parlare da sola.
Insomma, ieri avrei dovuto prepararla. Avrei dovuto dirle che se l’abbandonavo non era perché volevo sostituirla con qualcosa di meglio. Canada. Il Canada ci ha separate. Vuol dire che, per me, per lei, si conclude un’altra fase della vita. Spero solo in senso lato per lei. Dimenticavo! Non le ho detto nemmeno che la sua nuova proprietaria ha solo 87 anni… Chi lo sa, se la matematica non è un’opinione, fra una tredicina d’anni sarà anche Panda… fate voi!

5 commenti:

GraficWorld ha detto...

Gironzolando tra i vari blog sono arrivato sul tuo e ti lascio un salutino. Se cerchi risorse free per il tuo blog per creare fotoritocchi fotomontaggi,scritte,glitter,scrap.. e tantissime altre cose..Visita se ti va' il nostro bloguzzo

Alessandro ha detto...

Sono seppellito dal rimorso; Posso solo promettere un mezzo di locomozione in Canada, al quale dare, ipocritamente, il nome Panda. Per limitare il danno morlae potrei sostituire gli interni con i comodissimi sedili alluminici della fiat (buco di sigaretta sullo schienale compresa). Il cruscotto potrei farlo con lo stesso compensato da presepe usato dai dipendenti di Giannagnelli. Per volante potrei usare lo stesso cerchio di gomma resinosa. I sedili posteriori potrei rimpicciolirli sostituendoli con le poltroncine da bimbi che vendono da Viceversa. Nel portabagli teniamo perennemente un gommone gonfio, in modo da avere la stessa capacità di quello del Pandino. Periodicamente potrei immobilizzare la ruota posteriore destra, per rivivere l'emozione di qualche mese fa, quando sembrava che un folletto dispettoso ed invisibile tirasse con una fune invisibile la macchina, applicando la stessa forza dei suoi 39 cavalli motore. Per rivivere il rumore degli sportelli, potrei imprigionare un gattino tra i pedali di freno e frizione, pestargli la coda ogni volta che chiudo lo sportello e risentire lo stesso lamento che ci salutava quando decidevamo di usarla. Ora prendo nota

Claudia ha detto...

:-)

Mira ha detto...

Si, sono tua testimone fidatissima! Ricordo ancora la foto del nonno sul giornale!! Io sto ancora ridendo, perché nella vita l´ironia é tutto, peró tu non essere troppo malinconica, e pensa a cosa ne sarebbe stato di Panda se invece di essere "sorteggiata", fosse rimasta nelle mani del vincitore, che si sa amava andare a 140, e non in autostrada. Panda sarebbe morta giovane!
La macchina che costruirá Ale per te sará bellissima!!

Claudia ha detto...

Da quando ho letto i vostri post il buonumore si è impossessato di me...e quasi quasi mi vien da ridere pensando al faccino di Panda quando vedrà salire dal lato guida l'arzilla nonnetta. Penserà: "Miiiiiii, ma come ti sei invecchiata!" e la nonnina risponderà: "Per distruggerti meeegliooo!"
Ihihihihhhh... Tremate! Mr Cinico si sta impossessando di meeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!