"Odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d'ogni grande azione, riducendoci come animali che attendono tranquillamente alla conservazione di questa infelice vita senz'altro pensiero."
(Giacomo Leopardi)



"In pratica le persone che mi vogliono bene spesso non si accorgono infatti che il loro "ti appoggio" si trasforma in un "mi appoggio"
(Miranda Taten)



venerdì 29 giugno 2012

La Storia di Teddy...Interazioni parentali :-)

Quando Lorenzo aveva un anno e la nostra vita sembrava dovesse essere "italiana" per sempre, eravamo soliti trascorrere tanto tempo insieme. Leggevamo libri (abbiamo cominciato alla sua tenera età di quattro mesi), ascoltavamo tanta musica e raccontavamo tante storie.
Un giorno, coricati sull' "isola", un tappeto ricoperto di plaid davanti al camino acceso di una freddissima casa, cominciammo a inventare una storia (Lorenzo aveva un anno e mezzo al massimo). C'era un fattore, c'erano degli animali, c'era un bicchiere di latte. Mancava un libro da leggere che, però, magicamente apparve tra le mie mani, fatto di ipotetiche pagine che, grazie all’ausilio della fantasia, Lorenzo riusciva a sfogliare. E ogni pagina aveva le sue parole, le sue immagini, i suoi nomi che per anni (più di cinque ormai) sono rimasti invariati, inalterati, inattacati e inattaccabili. La storia è diventata poi anche di Maia ma, per rispetto del co-autore Lorenzo, le parole sono rimaste invariate.
 Teddy (questo il nome del protagonista principale) è diventato parte integrante delle nostre vite.
Un paio di volte mi sono ripromessa di scrivere questa storia per presevarla da quella crescita che, inevitabilmente, finirà con il portarla fisicamente lontano da noi (più da Lorenzo e Maia che da Mamma Claudia).
Questa mattina, avendo la fortuna di poter lavorare da casa, sono rimasta con Lorenzo. La scuola è finita ieri e, in quanto primo giorno di vacanza, mi sono posta il problema morale di come far trascorrere il tempo a questo bambino senza piazzarlo davanti la televisione, davanti al nintendo, davanti alla WII.
Ancora una volta, Teddy mi è corso in aiuto. Ho mostrato a Lorenzo il blog e gli ho spiegato di cosa si trattasse e cosa ci consente di fare. Ho detto che quello era come un nostro libro, un diario nel quale possiamo condividere le nostre storie.
Avevo già fatto un disegno nel quale c'erano un cane, un cappello, un albero e un bicchiere e gli ho chiesto cosa ci vedesse. La risposta è stata: "Questa è la storia di Teddy!"
 Inevitabilmente ho sorriso e mi sono emozionata. Il sorriso è diventato riso quando Lorenzo ha aggiunto: "Mamma, però io Teddy lo immaginavo piu' simile a Snoopy!"
Lì ho capito che era giunto il momento di chiedere a mio figlio di fare un disegno di questa storia...e i risultati, dal confronto tra il mio e il suo, per me sono estremamente interessanti. Nei punti in comune e nelle diverse evoluzioni.

“La Storia di Teddy”

C’era una volta un cagnolino di nome Teddy il quale, avendo molta sete e fame, decise di andare alla stalla della Mucca MooH per prendere un bicchiere di latte.
Il fattore, a un certo punto, decise anch’egli di andare alla stalla per prendere un po’ di latte. Una volta arrivato, però, vide che di latte non ce n’era più. A quel punto, andò su tutte le furie e domandò a Mooh se sapesse chi fosse il ladro di latte. “Mucca Mooh! Chi ha rubato il mio latte?”
La MuccaMooh, pur conoscendo la risposta, disse: “Mooooooohhhhhh, non soooono stata io!”
Il fattore allora decise di fare la stessa domanda agli altri animali e così andò prima dal Maialino Grunf
e gli chiese: “Maialino Grunf! Chi ha pres oil mio bicchiere di latte?”
Il maialino però, troppo impegnato a fare delle capriole sul fango, disse: “Grunf, Grunf...Non lo so! Grunf!”
Allora, andò dalla Pecora Beehheeh per porle la stessa domanda alla quale, ancora un volta, ottenne la stessa identica risposta: “Beehheeheh, Nooonne hooo la piuuu paallida iiideeaaa, Behheeheh!”
A quel punto il contadino, pensando fosse un complotto di tutta la fattoria decise di rivolgere la domanda direttamente al suo amico fidato, Teddy.
Teddy era un cagnolino vivace, allegro, al quale piaceva giocare e pensare di essere il miglior cane da guardia del mondo. Quando Teddy si rese conto che il padrone stava proprio cercando lui, cercò di assumere l’espressione più seria di cui fosse capace.
“Teddy, amico mio!” disse il fattore certo di essere vicino alla sua risposta. “Hai per caso visto chi ha bevuto il mio latte?”
Teddy rispose: “Nou..Nou Nou. Non saprei!”
“Teddy, sei stato tu?”, disse il fattore insospettito da quelle goccioline penzolanti dai baffi del cagnolino.
“Nou, nou...Non sono stato io”, continuò imperterrito l’amico fidato.
Finché uno sguardo un po’ più severo da parte del fattore, fece capire a Teddy che era giunto il momento di dire la verità. “Mi Spiace Signor Contadino. Sono stato io a prendere il bicchiere di latte perché avevo troppa fame e sete!”, disse Teddy piegando le sue orecchie verso il basso.
A quel punto il fattore rispose: “Mio Caro Teddy, le cose degli altri non si prendono e non si toccano senza prima chiedere il loro permesso. Quando si desidera qualcosa, basta chiedere con gentilezza e “Per Favore”.  A queste parole, notando che Teddy era davvero dispiaciuto, il fattore disse: “Teddy, sai cosa facciamo? Sei stato coraggioso ad ammettere il tuo errore e, inoltre, sei stato bravo a chiedere scusa! Adesso, per fare pace, prendiamo un altro bicchiere di latte, un piatto pieno di squisiti biscotti alle mandorle e, insieme, andiamo a fare merenda sotto quell’albero di mele laggiù!”



martedì 26 giugno 2012

Oh Baby baby...



Quando entrai, davanti a me stava un uomo alto con in testa il mio cappello di lana, quello colorato, la mia borsa militare a tracolla, una sigaretta finta realizzata con un cartoncino arrotolato, che continuava a dire sculettando “Io sono Mira e sono universitaria! Si, io so un sacco di cose...lalalalalalallala!”. Original Gay non aveva capito che avendo addosso le mie cose, io mi trovassi già lì...Restai impalata nella mia tenuta bianca, senza espressione. Accortosi di me lasciò cadere infastidito tutto sul pavimento compreso il ghigno idiota e se tornò alla sua postazione. Il PC, Youtube, Britney.

“My loneliness is killing me (And I)
I must confess I still believe (Still believe)
When I'm not with you I lose my mind
Give me a sign, hit me baby one more time”

Entrata in cucina Tamer si stava divertendo a dondolare tenendosi da un lato al lavandino e dall`altro al tavolo. “Uhuhuhuhuhuhuhuh!!!!”. Poi perse il ritmo e cadde in avanti. Pablo rideva talmente tanto da non emettere suoni. Ulisse roteò gli occhi e se ne andò.
Stavo lavando le stoviglie quando Jenny, la cameriera, mi chiese di andare in cantina a prendere “...chdohuhasch Keller sofort schblän blebleble”. Resami conto dell`urgenza mi precipitai giù: tra tutte le cose la risposta giusta era solo una! Ma quale?? Pensai alla matematica, alle possibilità...A volte ci si azzecca...Naturalmente non è mai stato il mio caso. In un nano secondo pensai alla mia compagna di liceo che era riuscita a passare all`anno successivo solo perché quell`anno vennero introdotti i test a risposta multipla. Chiudeva gli occhi e zak! Risposta giusta. Poi pensai a Furby, alias la nostra insegnante di lettere, quella il cui fidanzato era morto a una settimana dalle nozze. Furby l`avevo battezzata così perchè era semplicemente precisa a lui. Furby!! Quel giocattolo con gli occhi a palla giganti!!
Furby era un po' pazza, e tutti lo attribuivano a quella prematura, quanto crudele, scomparsa del fidanzato, che secondo me in realtà aveva avuto un`idea geniale dopo essersi letto “Il fu Mattia Pascal”. Tra le tante cose, nonostante le dimensioni, i suoi occhi non vedevano bene...e questa fu la salvezza della fortunata compagna. Il giorno in cui vennero convocati i genitori infatti, gli occhi di Furby trasformarono il 3- in 7+ (dove i voti andavano da 1 a 10). Che culo!!!
Come detto questo non fu mai il mio caso.
Afferrai una pila di piatti fondi e andai correndo di nuovo su, pensando o la va o la spacca.
Noooooooooo Miraaaaaaaaaaaaa!!!”.
Mist!! Ciò che in realtà mi era stato chiesto lo capii quando Jenny tornò indietro con dieci bottiglie di vino...rosso...

Bisognava sempre lavare la cucina, dove lavare è il termine giusto per definire ciò che ogni sera avveniva! Ognuno di noi sostituiva scarpe e calzini con infradito per il mare, i pantaloni poi salivano su trasformandosi in short, i capelli venivano meticolosamente gellati (nel caso degli uomini) o particolarmente tirati su (nel mio caso). Maschere subacquee posizionate sul viso, dove la mia era pink, blu per Tamer, verde quella di Pablo e rigorosamente nera quella di Ulisse! Pablo faceva partire allora “La Gasolina” per darsi e darci la carica e viiiaaaaaaaa!!!!! L`acqua iniziava ad uscire con un getto fortissimo, spingendo via anche i più micro dei microrganismi. Dai pezzetti di lattuga ai batteri, nessuno aveva chance!
Poi ridendo iniziavamo a spruzzarci l`acqua addosso a vicenda ridendo divertiti! I vestiti bagnati divenivano allora trasparenti, i capelli tornavano a muoversi liberi, e noi il team del Tuguria, inscenavamo a conclusione di questo rito serale una coreografia sul pezzo preferito di Pablo.
Non è vero.
Piuttosto ogni volta eravamo ridotti uno schifo, ed eravamo semplicemente stanchi...
Una di queste sere in cui eravamo alle prese con le pulizie, Original Gay entrò in cucina tuonando: “Appena finito venire subito in sala, CAPITOOOOOO!!????? Ho da dirvi una cosa estremamente importante!!!!!”. Licenziamenti in vista? Ognuno di noi non sapeva più che pensare.
Veloci come non mai, asciugammo l`ultima goccia d`acqua dal pavimento e semza neanche cambiarci, in fila come soldatini, ci recammo da lui.
Lui, figlio del Signor Male, ci stava aspettando ad un tavolo ben apparecchiato con una bottiglia di Champagne. Lui, Original Gay, voleva festeggiare con noi il buon incasso della giornata: era felice e voleva gratificarci. Insomma aveva messo in atto il gioco più antico e perverso del mondo di quel “avvicinati che non ti faccio niente”, che poi ottenuta la fiducia si trasforma in uno schiaffo in pieno viso (nei casi più fortunati). Solo che lui l`aveva applicato al contrario che, si sa, reca anche le sue soddisfazioni.
Bevemmo facendo finta di rallegrarci e io proprio in quel momento decisi che fosse arrivato il momento di recitare la mia poesia:

Ricordati di me quando me ne sarò andata,
partita per sempre nella terra del silenzio;
Quando non potrai più tenermi per mano
né io, pur volgendomi per andare, restare.

Ricordati di me quando, giorno dopo giorno,
non potrai più parlarmi
del futuro che avevi pensato per noi:
solo ricordati di me; sai che sarà tardi allora
per chiedere consiglio o pregare.

Ma se il mio ricordo dovesse abbandonarti
per un poco
e poi di nuovo ti tornassi in mente,
non addolorarti,
poiché, se il buio e il disfacimento
lasciano vestigia dei pensieri che ho avuto,
è assai meglio che tu dimentichi e sorrida
anziché ricordare e rattristarti. - Christina Rossetti

Original Gay continuava a fissarmi incredulo: “E dove te ne vai?”
Fu così che mi ricordai di essere stata un tempo una studentessa, come diceva lui, universitaria, e pensai a Montale. Dalla mia bocca uscì solo: “Non chiederci la parola, a me e a tutti i miei io”.

Uscendo sentì solo Britney cantare:

Oh baby baby, how was I supposed to know
Oh pretty baby, I shouldn't have let you go
I must confess that my loneliness is killing me now
Don't you know I still believe
That you will be here and give me a sign
Hit me baby one more time”










domenica 24 giugno 2012

Persival


[…] Un odore strano, un insolito tanfo...quello stesso che...
Quello stesso che in quel castello regnava sovrano. Era semplicemente così, così sgradevole, tra lo sporco e l` umido.
Un fastidio olfattivo sordo puntualmente accompagnato da un altro che, inizialmente era solo visivo, poi epidermico, e infine si trasformava in un unico flusso di adrenalina. Brrrrrrrrrrrrrr!!!
Qualsiasi movimento o azione anche garbata e attenta erano sufficienti a metterli in moto. Loro, sempre pronti ad attaccare a prescindere, loro che vivevano una vita ai margini, nell` oscurità e le tenebre. Uno strano popolo caratterizzato dall` impotenza tutta e che nei secoli aveva sviluppato tecniche di terrorismo da far sentire “i più” semplici idioti che giocano a dolcetto o scherzetto. Loro erano riusciti a mettere a punto un` arma impareggiabile di cui nessuno avrebbe mai potuto privarli...L´era di archi frecce era ormai stata superata, e i proiettili seppur veloci, rendevano tutto poco divertente. La guerra adesso doveva essere una faccenda da deliziare. Un processo lento e doloroso, perverso ed esasperante.
Fili sottilissimi dalla difficile percezione tattile che, al momento richiesto, venivano azionati in direzione del nemico, il quale non riusciva più a distoglierne lo sguardo. Tutti ormai sapevano che non li si doveva guardare nelle antenne in nessun caso: bastava anche solo una sbirciatina ed era fatta. Così erano caduti i migliori. E come Ulisse e le sirene, la storia continuava sempre a ripetersi.
Lentissimi e roteatori, lentissimi e precisi...la più raffinata tortura psicologica di tutti i tempi, attraverso la capacità di stabilire un contatto virtuale direttamente con il sistema nervoso dell` osservatore, capace di farlo impazzire.

Quando il Re scostò il calice trasparente da cui stava bevendo, un forte dubbio che, non fu capace di tradurre subito in parole, lo fece trasalire: uno di loro stava galleggiando morto. Il medico di corte diagnosticò un caso di suicidio. Naturalmente il suo popolo non gli credette e sostenne si trattasse di un complotto. Da allora si dice che la Guerra Infinita, allora iniziata e mai terminata, sia iniziata con il ritrovamento del cadavere di Persival.
A loro di Persival non importava un bel fico secco, ma fecero come se. “Oh Persival!!! Così giovane!!! Perché perché perché?”, gridava il Popolo Marrone in un delirio straziante per gli ascoltatori, dove anche questo faceva parte del loro terrorismo. E dire che erano solo...solo...Loro appartenevano alla specie degli Schifoidi...Erano solo Scarafaggi e per questo sottovalutati...Ma per questo i migliori strumenti del Signor Male.

Chiusi il libro e guardai l`ora...e...What a pity! Dovevo andare, giacché il Signor Male aveva provveduto anche all´esistenza di Original Gay, che di certo mi stava già aspettando.