"Odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d'ogni grande azione, riducendoci come animali che attendono tranquillamente alla conservazione di questa infelice vita senz'altro pensiero."
(Giacomo Leopardi)



"In pratica le persone che mi vogliono bene spesso non si accorgono infatti che il loro "ti appoggio" si trasforma in un "mi appoggio"
(Miranda Taten)



mercoledì 2 maggio 2012

In the Promised Land




Il giorno dopo da studentessa universitaria di lettere mi ero trasformata in aiuto cuoco. 
Adesso per favore non facciamo delle parole un caso, ovvero io non so se si scriva “aiuto cuoco”, “aiutocuoco”, “aiuto-cuoco” oppure se sia di solito più il caso di gridare “Aiuto Cuoco!!!”. In realtà forse è insieme a tante altre una parola inventata esclusivamente dai gastronomi... O forse no.

Naturalmente noi altri siamo difficili prede della tristezza e rassegnazione e così essendo le cose e la vita tutta una mera questione di prospettive...beh mi divertii un sacco!!

Arrivata venni presentata al team di cui sarei diventata membro da li a due secondi. Un uomo imponente col panzone e i capelli bianchi con un sorriso che di solito potrebbe definirsi “a 36 denti”, se non fosse che lui così tanti non ne aveva. L´altro si illuminò invece completamente e sfoggiò un sorriso che inserito in un viso color cioccolato mi sembrò di aver fatto l´errore di fissare il sole.
Insomma il team gioiva di cuore.
Sopravvissuta al primo giorno di lavoro che si rivelò un Crashkurs su come tagliare le verdure e quindi la carne, il giorno dopo capii perché i miei colleghi si fossero tanto rallegrati... Infatti avevano lavorato talmente tanto nell´ultimo periodo che il fatto di aver trovato un´aiutante seppure nana aveva permesso loro di vedere la luce alla fine del tunnel e quella luce si chiamava vacanza!! Insomma i due si misero allegramente in malattia!!

Dunque sempre perché tutto è una questione di prospettive, si potrebbe dire che la mia fu la carriera più veloce di tutti i tempi! Quindi? Quindi il secondo giorno ero già cuoco!! A questo punto la strada tra me e un ristorante tutto mio poteva essere davvero breve, per esempio poteva darsi che il giorno seguente mi aspettassero sul tavolo direttamente i documenti per la cessione dell´attività con accanto una foto del gestore con bermuda color cachi e già abbronzato ai Caraibi. Oh no anche lui aveva seguito la luce ammaliante che distoglie dalle responsabilità!!!

La vita però è burlona e così...beh la settimana successiva il team era nuovamente compatto e con grande sorpresa appresi che i due continuavano ad essere gentili... Da non crederci mi volevano bene!!
Ben presto mi fu chiaro che non facevo parte di un gruppo di persone normali ma individui simpaticamente in delirio!
Iniziato il turno della sera, nella mia tenuta bianca a pois rossi (il pomodoro l´ha sempre avuta vinta!!), inizio serissima come si addice ad una situazione di lavoro decente, a tagliare attingendo da quella bianca montagna che a guardare da fuori lasciava vedere solo il mio chignon manco fosse stato il vero cratere degli champignons.
Assorta trifolavo manco fossi stata Edward mani di forbice quando intravedo Pablo, quello con pochi denti di origini russe, passarmi accanto velocissimo. Senza troppi pensieri continuai.
Dall´altro lato vedo Tamer, il membro di origini turche del team muovere la braccia a scatti, alzarle abbassarle, mentre furtivo guarda in direzione della porta. Tutto durò pochi secondi e Original Gay fece di botto il suo ingresso. Silenzio e immobilità, solo il rumore della lama sul mio tagliere. Intanto la montagna si era trasformata in fiocchi di neve e io mi sentivo sulla stessa lunghezza d´onda di una protagonista di un film come “La foresta dei pugnali volanti”, dove i fiocchi di funghi svolazzavano intorno a me al rallentatore e io, l´eroina, con il pomodoro sulla maglietta al posto del sangue e il perfetto chignon sempre là.
Original Gay non entrò, piuttosto restò sulla soglia ad osservarci tutti. Io tra i fiocchi, Pablo a novanta gradi piegato davanti la lavastoviglie come se distogliendone lo sguardo essa potesse smettere di funzionare, Tamer serissimo continuava a gettare vino nella padella con le cotolette dando vita a fiamme spettacolari. Nessuno volse mai lo sguardo nella direzione della porta. A quel punto certo che tutto fosse ok Original Gay tornò alla sua postazione chiudendosi la porta dietro. Ad aspettarlo “One more time” di Britney. La gastronomia non gli piaceva, in compenso però adorava youtube!

Scomparso, Pablo e Tamer scoppiano a ridere tanto da non riuscire più a respirare. Io sollevo un sopracciglio interrogativo e Tamer mi viene incontro e mi dice “Tu che cosa vuoi bere?”. Insomma erano ubriachi. Fu così che le ore di lavoro si trasformarono in divertimento infinito.

Tra piatti sporchi, grattacieli di verdure e migliaia di stoviglie da asciugare ci divertimmo un mondo!
Pablo, circa 40 anni, mi raccontò la sua storia e dei suoi sogni e di come adorasse la musica, cercando di convincermi del fatto che la canzone più bella di tutti i tempi fosse “La Gasolina”, pezzo che che faceva vibrare il ristorante e l´intero edificio dalle 15 alle 18 quando non eravamo in servizio. Si lo so, e la risposta è che Pablo durante la pausa a casa non voleva tornarci.

Per essere certo che la comunicazione funzionasse Pablo finiva ogni frase con “hai capito?” con accento sud italiano. Era il suo intercalare preferito oltre che una delle poche frasi in italiano che sapeva dire.
Ben presto Tamer lo fece suo, però non credo che lui fosse portato per le lingue, per cui “hai capito?” con lui si trasformò in “hai capisci?” con un accento indefinibile che voleva imitare quello di Pablo.

Anche Tamer come Pablo amava la musica.
Nessuno poteva anche solo fischiettare un motivo qualsiasi nelle sue vicinanze che ecco che Tamer iniziava ad ondulare manco fosse stato privo di ossa.
Ondulava e ondulava e poi all´improvviso si arrestava, mi si avvicinava e mi diceva nella lingua più o meno comune “Original Gay è super gay, non è per niente simpatico”. Allora sgranando gli occhi enormi e scuri mi si avvicinava sino ad essere a pochi centimetri dal mio naso e se se usciva con un “tiè” mimato teatralmente.

Io davvero non so come riuscissimo a comunicare, giacché nessuno di noi tre era nella condizioni di esprimersi neanche lontanamente decentemente nella lingua del paese in questione. Strano vero? O forse no...?
Tamer mi diceva sempre “una Mira, cinque lingue!” oppure “quattro pezzi una Mira” (quest´ ultima non l´ho mai capita)...

Poi un bel giorno al team di aggiunse Ulisse.







1 commento:

Claudia ha detto...

"Una Mira cinque lingue"...sembra il titolo di un film porno. "Hai capisci?"
Mi hai fatto ridere...anche senza le virgole (non virgolette!).
Bacini canadesi