Il
giorno dopo da studentessa universitaria di lettere mi ero
trasformata in aiuto cuoco.
Adesso per favore non facciamo delle
parole un caso, ovvero io non so se si scriva “aiuto cuoco”,
“aiutocuoco”, “aiuto-cuoco” oppure se sia di solito più il
caso di gridare “Aiuto Cuoco!!!”. In realtà forse è insieme a
tante altre una parola inventata esclusivamente dai gastronomi... O
forse no.
Naturalmente
noi altri siamo difficili prede della tristezza e rassegnazione e
così essendo le cose e la vita tutta una mera questione di
prospettive...beh mi divertii un sacco!!
Arrivata
venni presentata al team di cui sarei diventata membro da li a due
secondi. Un uomo imponente col panzone e i capelli bianchi con un
sorriso che di solito potrebbe definirsi “a 36 denti”, se non
fosse che lui così tanti non ne aveva. L´altro si illuminò invece
completamente e sfoggiò un sorriso che inserito in un viso color
cioccolato mi sembrò di aver fatto l´errore di fissare il sole.
Insomma
il team gioiva di cuore.
Sopravvissuta
al primo giorno di lavoro che si rivelò un Crashkurs su come
tagliare le verdure e quindi la carne, il giorno dopo capii perché i
miei colleghi si fossero tanto rallegrati... Infatti avevano lavorato
talmente tanto nell´ultimo periodo che il fatto di aver trovato
un´aiutante seppure nana aveva permesso loro di vedere la luce alla
fine del tunnel e quella luce si chiamava vacanza!! Insomma i due si
misero allegramente in malattia!!
Dunque
sempre perché tutto è una questione di prospettive, si potrebbe
dire che la mia fu la carriera più veloce di tutti i tempi! Quindi?
Quindi il secondo giorno ero già cuoco!! A questo punto la strada
tra me e un ristorante tutto mio poteva essere davvero breve, per
esempio poteva darsi che il giorno seguente mi aspettassero sul
tavolo direttamente i documenti per la cessione dell´attività con
accanto una foto del gestore con bermuda color cachi e già
abbronzato ai Caraibi. Oh no anche lui aveva seguito la luce
ammaliante che distoglie dalle responsabilità!!!
La
vita però è burlona e così...beh la settimana successiva il team
era nuovamente compatto e con grande sorpresa appresi che i due
continuavano ad essere gentili... Da non crederci mi volevano bene!!
Ben
presto mi fu chiaro che non facevo parte di un gruppo di persone
normali ma individui simpaticamente in delirio!
Iniziato
il turno della sera, nella mia tenuta bianca a pois rossi (il
pomodoro l´ha sempre avuta vinta!!), inizio serissima come si addice
ad una situazione di lavoro decente, a tagliare attingendo da quella
bianca montagna che a guardare da fuori lasciava vedere solo il mio
chignon manco fosse stato il vero cratere degli champignons.
Assorta
trifolavo manco fossi stata Edward mani di forbice quando intravedo
Pablo, quello con pochi denti di origini russe, passarmi accanto
velocissimo. Senza troppi pensieri continuai.
Dall´altro
lato vedo Tamer, il membro di origini turche del team muovere la
braccia a scatti, alzarle abbassarle, mentre furtivo guarda in
direzione della porta. Tutto durò pochi secondi e Original Gay fece
di botto il suo ingresso. Silenzio e immobilità, solo il rumore
della lama sul mio tagliere. Intanto la montagna si era trasformata
in fiocchi di neve e io mi sentivo sulla stessa lunghezza d´onda di
una protagonista di un film come “La foresta dei pugnali volanti”,
dove i fiocchi di funghi svolazzavano intorno a me al rallentatore e
io, l´eroina, con il pomodoro sulla maglietta al posto del sangue e
il perfetto chignon sempre là.
Original
Gay non entrò, piuttosto restò sulla soglia ad osservarci tutti. Io
tra i fiocchi, Pablo a novanta gradi piegato davanti la lavastoviglie
come se distogliendone lo sguardo essa potesse smettere di
funzionare, Tamer serissimo continuava a gettare vino nella padella
con le cotolette dando vita a fiamme spettacolari. Nessuno volse mai
lo sguardo nella direzione della porta. A quel punto certo che tutto
fosse ok Original Gay tornò alla sua postazione chiudendosi la porta
dietro. Ad aspettarlo “One more time” di Britney. La gastronomia
non gli piaceva, in compenso però adorava youtube!
Scomparso,
Pablo e Tamer scoppiano a ridere tanto da non riuscire più a
respirare. Io sollevo un sopracciglio interrogativo e Tamer mi viene
incontro e mi dice “Tu che cosa vuoi bere?”. Insomma erano
ubriachi. Fu così che le ore di lavoro si trasformarono in
divertimento infinito.
Tra
piatti sporchi, grattacieli di verdure e migliaia di stoviglie da
asciugare ci divertimmo un mondo!
Pablo,
circa 40 anni, mi raccontò la sua storia e dei suoi sogni e di come
adorasse la musica, cercando di convincermi del fatto che la canzone
più bella di tutti i tempi fosse “La Gasolina”, pezzo che che
faceva vibrare il ristorante e l´intero edificio dalle 15 alle 18
quando non eravamo in servizio. Si lo so, e la risposta è che Pablo
durante la pausa a casa non voleva tornarci.
Per
essere certo che la comunicazione funzionasse Pablo finiva ogni frase
con “hai capito?” con accento sud italiano. Era il suo
intercalare preferito oltre che una delle poche frasi in italiano che
sapeva dire.
Ben
presto Tamer lo fece suo, però non credo che lui fosse portato per
le lingue, per cui “hai capito?” con lui si trasformò in “hai
capisci?” con un accento indefinibile che voleva imitare quello di
Pablo.
Anche
Tamer come Pablo amava la musica.
Nessuno
poteva anche solo fischiettare un motivo qualsiasi nelle sue
vicinanze che ecco che Tamer iniziava ad ondulare manco fosse stato
privo di ossa.
Ondulava
e ondulava e poi all´improvviso si arrestava, mi si avvicinava e mi
diceva nella lingua più o meno comune “Original Gay è super gay,
non è per niente simpatico”. Allora sgranando gli occhi enormi e
scuri mi si avvicinava sino ad essere a pochi centimetri dal mio naso
e se se usciva con un “tiè” mimato teatralmente.
Io
davvero non so come riuscissimo a comunicare, giacché nessuno di noi
tre era nella condizioni di esprimersi neanche lontanamente
decentemente nella lingua del paese in questione. Strano vero? O
forse no...?
Tamer
mi diceva sempre “una Mira, cinque lingue!” oppure “quattro
pezzi una Mira” (quest´ ultima non l´ho mai capita)...
Poi
un bel giorno al team di aggiunse Ulisse.
1 commento:
"Una Mira cinque lingue"...sembra il titolo di un film porno. "Hai capisci?"
Mi hai fatto ridere...anche senza le virgole (non virgolette!).
Bacini canadesi
Posta un commento