"Odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d'ogni grande azione, riducendoci come animali che attendono tranquillamente alla conservazione di questa infelice vita senz'altro pensiero."
(Giacomo Leopardi)



"In pratica le persone che mi vogliono bene spesso non si accorgono infatti che il loro "ti appoggio" si trasforma in un "mi appoggio"
(Miranda Taten)



venerdì 30 aprile 2010

Herpes

Cos´é quella cosa che ama tenere compagnia soprattutto alle donne nei momenti piú difficili? Lui, Herpes. Io ne ho uno che sta con me da tre giorni. In pratica la prima cosa che si vede al mio apparire é questo abuso edilizio sul mio labbro superiore. Prude, pulsa, tira, pizzica, brucia, e pesa...é davvero pesante! E chi lo avrebbe mai detto tre giorni fa che in cosí poco tempo sarebbe diventato quello che é oggi!? Era solo una bollicina, fluorescente si, ma pur sempre una sola bollicina tra il naso e la bocca. Al risveglio era giá lí con me...Buongiorno amico! Dai che fortuna é piccolo piccolo, quasi non si nota, e poi il fratello maggiore é giá passato a farti visita tre settimane fa, quindi non ci sono pericoli, mi dicevo. Loro di solito sono una famiglia poco invadente e tra un´apparizione e l´altra lasciano che passi un pó di tempo. Vedrai questa sará una visita brevissima, tentavo di calmare i miei nervi. Del resto si sa che l´herpes é come i cani: se sentono che hai paura ti assicuri un morso al polpaccio. Ignoralo e vedrai che si stancherá molto presto di stare lí!

Quel giorno dovevo preoccuparmi di cucinare qualcosa per la cena, perché poi non ne avrei piú avuto il tempo.
Munitami degli ingredienti inizio a tagliare le verdure quando il mio orecchio sempre allerta lo sente... “Zzzzzzzzzzzzzzzz”. Un´ape!! “Aiutooooooooo”, io grido, ma subito devo correggermi se voglio che qualcuno venga a soccorrermi: “Heeeeeeelpppp!!!!”.
Panico: a casa non c´é nessuno. Eccomi allora lí in pigiama, con gli occhi gonfi e le labbra di chi ha appena subito un intervento al silicone, pezza in mano, che con un “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAaaaaaaa, MUORIIIIIIIIIIIiii!!!!!!!” mi avvento sulla mia vittima. Ho dovuto ucciderla, non avevo scelta...
Ora la domanda é, cos´é che rende una donna piú isterica di un abuso edilizio sul labbro superiore, altrimenti detto herpes?? Un herpes accompagnato da una reazione allergica dietro l´orecchio!!!
Cinque minuti dopo dietro il mio orecchio sinistro infatti ardeva il fuoco: un numero infinito di puntini rossi cresceva in maniera inquietante sotto gli occhi della mia amica che intanto era arrivata. Reazione allergica, o punizione divina??

(Oh guarda, un insetto si é appena schiantato contro il vetro della mia finestra CHIUSA...Ha fatto “ttacc”, il che significa che doveva essere bello grosso!! ).

Fondotinta e via: si va nel mondo.
Neanche arrivo al lavoro che lungo la via incontro un amico... “Ciao, come stai?”, domanda di rito la cui risposta non ha nemmeno aspettato perché subito mi si é precipitato addosso con l´indice puntato verso il mio ospite per chiedermi “ma cosa hai lí?”.
Qualsiasi donna che si rispetti a domande del genere avrebbe risposto con una buona dose di aciditá mescolata ad isteria. Mentre il mio cervello rispondeva dicendo che quella cosa indecente aveva deciso di mettersela lí lui, con lo stesso principio con cui stabilisce di indossare un paio di orecchini, pallina dopo pallina, dalla mia bocca uscí solo, automaticamente, “herpes”. Inutile aggiungere che un vero Gentleman avrebbe fatto finta di non vederlo...
La gente proprio non ti capisce, e a dirla tutta, ti emargina.
Vogliamo poi parlare del fatto che appare sempre nei momenti meno indicati?
Ricordo ancora di un appuntamento per andare a vedere un concerto, ricordo ancora la faccia divertita della mia rivale... Quello di allora fu un herpes mostruoso!! Davvero non avevo chance!
Oh beato chi non ne é affetto!!


N. d. A. : Consiglio a tutti i lettori interessati al tema herpes, “ Sola come un gambo di sedano” di Luciana Littizzetto.

lunedì 26 aprile 2010

Introduction to the strange case of an OVERqualified Italian!!!



Please, read before complaining!


I know. I really know that it would be better if I were so wise not to write in English. But, unfortunately, the fact that I’m one of the most brilliant person you’ve ever met, doesn’t necessarily make me wise too.

This is the reason that pushes me towards that solution according to which I understood that if I wanted to become a famous writer, no matter the subject, I would have been writing in English to make Canadians understand what resourceful genius I am.

If someone had told me that I would have been living in Canada, no doubt, now things would be pretty different. First of all, I wouldn’t have spent too much time to do all my best to make Italians figure out how open-minded and brave I was. Moreover - If only I had known! - I wouldn’t have spent my spare time (most of the time due to the economical situation in the South of Italy) to improve my Italian writing skills.

However, never say never, I’m young enough to improve my capability without bother you. What I want you to know now is that, thanks to your precious help and collaboration, I will improve my language skills while providing you a good dose of humour through the extravagant adventure of a New Millennium Italian Immigrant.

It’s a pity that you couldn’t hear my accent...maybe it would be funnier. However, to better understand please, think of the Sopranos or the Godfather and that’s it!

Aigaragoooo, Aigaragoooo!!!

venerdì 16 aprile 2010

Perdono!

Cara la mia Miranda,


Voglia Sua Grazia perdonar la mia mancanza

Ma e’ bene che Lei sappia

Che non fu latitanza

Men che mai fu vacanza !

Il problema a dire il vero

e’ che pur con tanto Amore

spesso il cuore fa un dispetto

mandando il cervello a letto.

Fu cosi’ che a un certo punto

Mi svegliai con disappunto

Ricordando all’improvviso

Del suo dolcissimo bel viso

E degli Auguri non fatti in tempo

Me ne dolgo e me ne pento

Ma vorra’ sua Maesta’

Con immensa Bonta’

Perdonare alla scrivente

Questo scherzo della mente…

Io le auguro pertanto un felicissimo Buon Compleanno

E se per caso dovesse esser stato magro

Le prometto con affetto

Che rimediero’ presto al misfatto.

Tanti auguri mia cara Tata

Meno male che sei nata

Altrimenti senza te

Chi avrebbe riso con me

Di quelle cose sceme

Che non fan ridere la gente

Ma, non si capisce come,

Per noi son come Pane !

Meno male che ci sei,

Meno male che ci fai,

Meno male che ci sarai

Cosi’ una rima mi troverai

Per concludere entro l’anno

Questo mio componimento

Nato solo per scusarmi

E non certo per dilungarmi

Alla ricerca di una rima

Che mi aiuti a finir prima!

giovedì 15 aprile 2010

lunedì 12 aprile 2010

Tuttiglialtricentrico

C´é gente che da quando ha scoperto che scrivo in un blog é in balia delle manie di persecuzione.
Molti pare siano convinti che in tutto ció che scrivo ci sia un riferimento ad ognuno. Le interpretazioni variano... c´é chi si identifica, chi crede di aver colto il riferimento o la denuncia, e via di seguito.
Qualcuno mi ha addirittura detto di aver capito chi fosse nella realtá uno dei personaggi dei miei raccontini. É notevole, anzi miracoloso, sfida le leggi della natura un fenomeno del genere, dal momento che io per prima non ne ho un´idea...Insomma veramente non conosco nessuno che sia alto pochi centimetri di nome Folie. Voi? Forse é un personaggio famoso e lo sa tutto il mondo tranne me? Perché se é cosí diventa tutto chiaro, é come se uno chiamasse il suo personaggio Che Guevara, e poi gli si andasse a dire “Si il Che! Mi ricordo!”.
Bando alle ciance, non scrivo tutto questo per giustificarmi o cose del genere, é solo che per me la vicenda é stata spunto di riflessione. Infatti mi ha fatto riflettere su una cosa che giá sapevo da tempo, ed é un segreto di cui oggi voglio rendervi partecipi: il mondo é tuttiglialtricentrico.
Ognuno é convinto che il mondo ruoti intorno a se stesso. Questa é una cosa diffusa. A questa componente talvolta se ne aggiunge un´altra: l´insicurezza. Se poi le persone cosí hanno un amico scrittore é fatta: “di certo lui racconterá la mia storia” oppure “sicuramente in questo passaggio si riferisce alla discussione dell´alra sera” (= se il luicentrico ha la coda di paglia). La gente cosí puó perdere ore a trastullarsi il cervello cercando di cogliere riferimenti a destra e a manca.
Ora é chiaro che io non sono neppure lontanamente una scrittrice, e la cosa incredibile é che ciononostante c´é chi si mette lí a leggere credendo di essere il protagonista. Vi immaginate in quest´ottica le paranoie degli amici di Isabel Allende?? Perché di sicuro almeno uno dei suoi conoscenti é cosí!
Mi viene in mente un altro episodio. Un mio datore di lavoro di tanto tempo fa, un giorno chiacchierando, mi chiese cosa volevo fare nella vita... Non avendo molta voglia di riferirgli nulla dei miei reali progetti, la risposta fu che avrei voluto fare la scrittrice. Allora subito mi domandó con aria preoccupata cosa volessi scrivere... Ma cosa temeva? Temeva forse che scrivessi la sua biografia, o che denunciassi le condizioni di lavoro a cui dovevo sottostare? No, lui non temeva che il mondo sapesse delle sue capacitá imprenditoriali-schiaviste, o di quanto fosse incommensurabilmente ignorante e insicuro. Io credo di aver capito il suo punto debole...Lui temeva che io svelassi la sua scoperta scientifica, e cioé che quelli di statura bassa oltre a differire da quelli alti per la caratteristica di gridare (gridano perché pensano che altrimenti i giganti non possano sentirli: é fisica!), hanno il vantaggio di sviluppare i muscoli piú velocemente. Perché? Perché i loro muscoli sono chiaramente piú piccoli, o per usare le sue parole “corti”. Il suo motto era “il muscolo corto si sviluppa prima”. Poi continuava spiegando che mentre un individuo di un metro e ottanta cm ha bisogno di molto allenamento, cosí non é per un altro di un metro e cinquanta cm. Peccato che non avesse nessuna teoria per quel che riguarda lo sviluppo del cervello, cioé come si sviluppa il cervello in quelli alti (lui) e come in quelli bassi (io).
Io non ho mai sentito parlare di niente del genere per cui ne deduco che la sua sia davvero una scoperta innovativa. Interessante no?
Buona giornata!

giovedì 8 aprile 2010

Una giornata per non dimenticare

Quella fu una giornata sbagliata, proprio sbagliata a partire dalla decisione presa di andare al consolato italiano.
Per chi non ne avesse un´idea ogni consolato persevera nel mantenere usi e costumi del paese che rappresenta. Mi verrebbe da pensare che questo serva a permettere alla gente che vi si reca a non dimenticare le proprie origini (tutti noi sappiamo quanto siano importanti!), oppure a ricordarsi perché uno se ne sia andato, facendo una cosí “scelta triste”. “Ma che sceelta tristee” continuava a dirmelo l´impiegata con tono piagnucoloso.
È un peccato che io non sappia scrivere bene, perché mi risulta molto difficile rendervi partecipi di ció che ho visto e sentito...
Continuavo a pensare all´unica risposta logica che era in realtá una domanda (retorica?): ma le sembro triste, io??
Superato questo “tristeee” siparietto, e cioé l´ufficio informazioni, vado nell´edificio principale.
Entrata fu il teatro piú totale, non nel senso di caos, infatti noi italiani spesso amiamo cimentarci in allegre rappresentazioni e di solito il tema é “tristeeee”. Anzi si fa una gara a chi é piú distrutto dalla vita, in un crescendo che potrebbe concludersi con un´affermazione che non é mia, dunque cito, “io sono piú morto di te”. Non é una metafora.
In sala d´attesa ognuno era impegnato a stare al centro dell´attenzione e a rubare la scena all´altro. Il modo piú semplice per prendersi la scena é la finta solidarietá- altruismo verso il nuovo arrivato...
... “Signoorina ma lei che deve fare?” . Una voce da baritono, che peró é abituato a cantare in dialetto, stava gridando questa domanda. Ma chi io?
Intanto mi aveva giá tolto il biglietto del turno di mano e con aria furba cercava di sbirciare nei miei documenti.
Mi é stato spiegato senza averlo chiesto dove dovevo aspettare, e mi sono anche stati svelati i “trucchetti”, perché pare che ce ne sia sempre uno...Mah!
Sbrigata questa prima parte lo show puó iniziare.
Per prima cosa loro cercano di far parlare te, ma se opponi resistenza si rassegnano e va anche bene cosí: ho fatto la parte del pubblico. Loro erano contenti.
Sorvolo sul caos del levarsi delle loro voci (il vincitore é quello che parla a voce piú alta!) e provo a dirvi dei temi delle loro conversazioni.
Avete presente quelle barzellette che iniziano tipo un inglese un francese e un russo si incontrano in Nepal?
In quest´ottica immaginate uno di Enna un altro di Roccapalumba e un tale di Andria che si incontrano al consolato... Secondo voi come potrebbe continuare la barzelletta?

“Io??” Un signore senza essere mai, nota bene MAI, interpellato raccontava ma soprattutto spiegava agli astanti la vita.
“Io sono venuto qui nel 61, avevo 18 anni e tre mesi (“miii si ricorda pure i tre mesi???” fa uno) e la gente non sapeva né leggere né scrivere: eranu tutti in alfabeto!”. Un signore che era lí, nato come lui stesso ha detto nel 33, dice che non é vero, che dove é nato lui c´erano ben otto scuole ed erano tutte piene. “Seeeeeeeeeee, chisstu u rici lei, lei che é stato fortunato: io andavo a zappare e lo sa quanti venivano a zappare cú mia?? Maaaaaaa!! Nní mannavanu tutti a Verona, ci facevano gli esami ci controllavano i denti e se andavamo bene ci dichiaravano venduti, e allora e poi venivano quelli del paese straniero e ognuno diceva cosa gli serviva: venti zappatori, quindici operai, e accussí ní espatriavano. C´era gente che restava lí anche settimane ad aspettare!! Poi ho capito!! (indice puntato alla tempia). Aspettavano perché non riuscivano a compilare i formulari, gente che neanche sapeva quando erano nati i propri genitoriii!!”. “Seeeeeeee, tu rici genti che mancu sapianu quannu eranu nati i genitori, ma tu u sai zoccu ti rispunni me má si c´iaddumanni quannu nasciu so figghiu?? E cchí nní sacciu iu!!!” , cosí si intromette nella conversazione uno dei presenti che per dare maggiore enfasi al discorso fece seguire la sua frase da una fragorosa risata. Intanto un ragazzo mingherlino stava in un angolo a fare sorrisi e sghignazzi di assenso.
Il signore del 61 continuava a parlare e straparlare...
“Io??? Io sono qui da cinquant´anni e parlo sempre in italiano anche con gli stranieri, e poi faccio attenzione a quello che dicono, tendo l´orecchio e se mi rispondono male, allora io gli dico una parolaccia nella loro lingua, cosí li fotto!! E leeei che dice che non é vero che la gente é in alfabeto, ma lo vuoi capire ora o no che é cooome dicoooo iooo”, “Certo certo, si si, e che sto dicendo”, risponde il poverino del 33 che forse ha giá iniziato ad avere paura.
Per fortuna peró andó via.
Il tipo mingherlino allora si alza e se ne esce con un “mii un mma firava cchiú, ma quantu parra chiddu??”. Si, é lo stesso che abbiamo visto prima fare sorrisi di approvazione!
Un uomo vestito tutto di bianco continuava a passare e a dire “vado dal notaio, vado dal notaio, vado a vedere se c´é il notaio, vado dal notaio”.
Dopo un pó il signore del 61 torna e mi fa: “Ha visto un uomo vestito di bianco?”, “No”. Perché ho mentito? Non é un tipico caso di omertá, é solo che ero troppo impegnata a chiedermi come facesse il signore che mi stava di fronte a farsi quel riporto che partiva dalla base dell´orecchio sinistro, unico punto in cui c´era un ciuffetto di capelli, e riuscire a coprire tutta la pelata. Come glie lo spiega al barbiere?
Finalmente fu il turno del signore del 33 che dopo tre quarti d´ora esce dall´ufficio senza aver risolto il suo problema, mi si avvicina e mi fa: “Signorina, é come quella barzelletta che da un ufficio ti mandano ad un altro”. Riidere, quasi piegato in due dalle risate, che mi contagiarono per inerzia, dato che la storiella di fatto non me la disse, ma fece come se.
Tutti andarono via e restai col tipo mingherlino: “Io sono andato via da undici anni”, “da solo? Ma quanti anni hai?” , “28”, “a 17 anni da soolo?”, “si, da solo, cioé no con i miei genitori. Comunque mi sono sposato e ho divorziato, ho una figlia di 5 anni”. “Ah, bello quindi é bilingue.” , “no no, parla peró parla due lingue tranquillamente. In pratica sono venuto qui per registrarmi all´anagrafe, perché cosí non pago piú la tassa sui rifiuti in italia, altrimenti mica sono scemo che mi registravo qui!”.
Tutti i presenti, forse tranne me, erano lí a risolvere cose ingarbugliate ai limiti con la legalitá come nel caso del giovincello, quindi poi diventa chiaro perché io abbia dovuto aspettare tre ore per un disbrigo pratiche di dieci minuti!!
Il penultimo era dentro e presto sarebbe toccato a me: ero riuscita ad essere da sola in sala d´attesa e c´era silenzio. Che bello é finita!
Finita sto cazzo: la donna delle pulizie aveva acceso l´aspirapolvere. Si sa che alcune volte é meglio starsene a casa, e per me era uno di quei giorni.
Giunto il mio momento l´impiegata nel compilare la mia scheda ad un certo punto dice qualcosa tipo “volendo qui potremmo scrivere la veritá”... Addirittura, sicuro?? Cari lettori oggi vi do un consiglio non invischiatevi mai in affari loschi, perché se a me hanno detto che potrei compilare un documento scrivendo la veritá, non oso immaginare come si fa a gestire la burocrazia con un malfattore!
Un tipo allucinante, un impiegato, che mi disse vada fuori a comprare i francobolli, mi rivolse uno sguardo di rimprovero quando di ritorno gli dissi che fuori non c´era nessun distributore , e mi disse che la macchinetta era lí dietro la porta. Ergo nella stessa stanza e non fuori!! Ma allora perché cavolo mi fai uscire, cosa che tra l´altro hai visto???
Non troveró mai una risposta...e non solo a questo quesito:)