Ogni villaggio che si rispetti ne ha uno, o, da quando c´é la paritá dei sessi, una: La Scema del Villaggio.
Io, anche se non l´ho ancora ufficialmente detto, sono stata sempre una persona molto fortunata.
Dunque, fortunata come sono, La Scema del Villaggio non poteva che essere la mia, e solo mia, compagna di stanza.
Io non capii subito di trovarmi “a letto col nemico”, ma lei perseveró sino a che non dovetti rassegnarmi. Tempo massimo consentito tre mesi, tre mesi per capire, per capire che La Scema del Villaggio, oltre che essere degna del suo nome, era pure un pó psicopatica.
Ricordo ancora di quanto le piacesse spogliarsi, restando completamente nuda, per salire sulla scala e risistemare il suo armadio. Noi, che eravamo solo donne in stanza, eravamo non solo obbligate a vedere mal volentieri le sue grazie, ma anche a muoverci in quella stanza di pochi metri quadri, come se non fosse.
I nostri piccoli screzi iniziarono a causa dell´italiano. Si dia il caso che lei parlasse solo quasi in dialetto, e che da sola avesse deciso che io la deridessi. Complessi di inferioritá? Traumi infantili?
Nessuno saprá mai rispondere con certezza a queste domande. Comunque sia, inferioritá o no, La Scema del Villaggio, inizió con un tentativo di amicizia, del tutto poco credibile, che sfoció in una sfuriata cosmica tre settimane dopo. Motivo? Cito e traduco: “Ma chi ti credi di essere tu?? Sono stanca di pararti il BEEEEEP, capito?? Mi hai stancata con le tue chiacchere!!”.
A questo sfogo, (ci tengo a dire che non ebbi mai la possibilitá di replicare!), seguirono angherie di tutti i tipi. Per esempio una mattina appena sveglia, tentai di prepararmi il mio solito espresso. Messo il caffé, mi accorsi che non c´erano piú i bicchierini di plastica...finiti? Mi ricordo di avere un bicchiere da birra nell´armadio, e penso che tenendolo inclinato io possa riuscire ad avere il mio caffé. Dopo un pó “la macchinetta” inizia a fare un rumore insolito. Guardo. Qualcuno aveva tolto tutta l´acqua. Indovinate un pó chi era la colpevole? Certo, e chi altrimenti? Tra le quattro lei era l´unica, che potesse ignorare il fatto che la proprietaria sarebbe andata su tutte le furie: “Senza acqua da scaldare la macchina si BRUUUUCIAAAA!!!” . Povero scricciolo!!! Naturalmente lei, tra le tante cose, non poteva neppure sapere, che non avrei rinunciato cosí facilmente al mio caffé delle 6 del mattino prima di andare a lavorare!
Cosí come se niente fosse, andai in bagno a recuperare un pó di buona acqua dal rubinetto, insomma sicuramente non potabile...:)
Ma tutto ció avvenne dopo. Dopo, che presentateci, iniziammo a conoscerci. Dopo una brillante conversazione, nel corso della quale erano state messe a confronto le rispettive cittá...o per meglio dire la mia cittá e il suo paese. Forse la parola “confronto” in questo caso é inappropriata, piuttosto parlerei di interrogatorio: lei faceva le domande!
Prima domanda: “ma nella tua cittá la Benetton esiste??” . Io mi limito a rispondere di si, aggiungendo ironicamente che peró mancano gli autobus... “E come fatee??”.
Io tra l´incredulo e il frustrato le ho spiegato che stavo scherzando, ma lasciandomi prendere dal gioco, ho aggiunto che, ahimé, non ci sono le banche. Risposta? “Ma veraamente?? E come fate?”.
Mi sono voltata per non farle vedere le lacrime: stavo ridendo come mai!!
La fine a questa conversazione venne posta dall´altra coinquilina, detta Concordia, che le fece una lezione sulle cittá. Chiaramente ció non sembri superfluo...
Io non scorderó mai quegli occhi azzurri a palla, il cui vuoto non é paragonabile, per estenzione, neppure all´intero universo, ne tanto meno quella scarpa lanciata dal balcone, che dovetti recuperare
con un piede scalzo, per l´appunto, tra l´erbetta fresca, appena innaffiata del giardino, ovvero altro piccolo scherzo di lei. Lei, la sola, la reginetta dei peli superflui, lei l´unica capace di meritarsi il titolo di Scema del Villaggio, dove “del Villaggio” é il cognome...un pó come per Antonello, Antonello da Messina:)
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