"Odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d'ogni grande azione, riducendoci come animali che attendono tranquillamente alla conservazione di questa infelice vita senz'altro pensiero."
(Giacomo Leopardi)



"In pratica le persone che mi vogliono bene spesso non si accorgono infatti che il loro "ti appoggio" si trasforma in un "mi appoggio"
(Miranda Taten)



venerdì 4 febbraio 2011

A buon rendere...

L’ultima volta che parlai di quanto fossi BRILLANTE a dispetto delle dimensioni, fu quando raccontai della mia avventura alla reception di un campeggio.


A quella, ovviamente, ne seguirono molte altre ma, tuttavia, mi sento costretta a fare una sorta di selezione.

Oggi tocca alla mia BRILLANTE avventura nel mondo del settore turistico e/o delle agenzIe di viaggio. Uso il plurale poiché di fatto, pur cambiandone ben tre, la sorte con le persone incontrate non fu delle migliori.

Prima esperienza.

Secondo anno di università. Ero già abbastanza cosciente delle mie potenzialità ma non sapevo quanto di fatto fossi BRILLANTE. Mi offrii volontaria in una terra in cui il volontariato è la norma. Non perché siano tutti altruisti, generosi ed estremamente civili (come piace credere a una popolazione alla quale ogni qualvolta si chiede di elencare un proprio difetto dice: “Il mio UNICO difetto è che sono TROPPO buono!”), ma più semplicemente perché con contratto o senza, per un periodo di prova o definitivo, con un contratto part-time, full-time o semplicemente “just cash” (il cui colore è il nero e spesso risulta impossibile riceverne una copia cartacea), colui che sta dal lato del più forte tenderà a pretendere una qualche forma di volontariato per poter TU (e solo TU) contribuire al lancio nel mercato di una “giovane azienda” nata almeno cinque anni prima.

Per rendere il mio concetto un po’ più chiaro, ritengo sia doveroso fornire qualche esempio.

Supponiamo che ti sia stato offerto un contratto “just cash” dove in una sfera temporale parallela ma invisibile si dice che dopo un periodo di prova di due, tre mesi , verrai assunto a tempo indeterminato.

In quella dimensione temporale, dove pare lavorino altrettanto virtuali, ma preparatissimi consulenti del lavoro (che spesso, a quanto pare, fanno pagare le tasse ma si guardano bene dal pagarle), pare sia inoltre ufficiale che ti sia impegnato a dimostrare una buona dose di flessibilità.

“Flessibilità” a Palermo (e sono certa in molte altre città) è l’equivalente di una spada di Damocle sulla testa e un letto di chiodi sulla seduta della tua poltrona. Qualunque sia il tuo movimento, l’unica cosa certa è che i suoi effetti si ripercuoteranno negativamente su di te e positivamente sull’azienda.

Ad ogni modo, tornando alle mie esperienze. Uno dei proprietari della prima agenzia, dopo avermi fatto compilare pile di biglietti aerei (esistevano già quelli elettronici ma a quanto pare si aspettava che con i soldi risparmiati col mio stipendio virtuale si potesse acquistare il macchinario) soleva dirmi: “Claudia, a buon rendere!” Fu così che tra un “buon rendere” e un altro passarono i mesi fino a quando, un giorno, giunsi alla conclusione che doveva per forza trattarsi di un tic.

Il “a buon rendere” che mi fece optare per un ritorno esclusivo allo studio fu pronunciato in occasione dell’organizzazione per la consegna di un famoso premio letterario.. Fino a quel giorno mi ero occupata di biglietti e di qualche voucher per gli alberghi...ma ecco spuntare all’improvisso la FATINA del CULO. Apparve in un secondo e con la sua bacchetta magica tra uno scintillio di stelline multicolour, mi indicò una macchina. Qualcosa era andato storto nel piano A e quindi il proprietario si trovò costretto ad optare per il piano B.

Uno dei partecipanti più famosi dell’evento culturale era stato simpaticamente dimenticato in aeroporto. Fu così che da “Claudia front-desk” venni presto trasformata in “Claudia autista” e seguendo quello sbrilluccichio di stelline che la Fata del Culo, burlona e biricchina, continuava a indicarmi, arrivai alla macchina...LA MIA MACCHINA! La mia macchina con la MIA BENZINA...

All’aeroporto l’illuminato, pluridecorato cliente , ovviamente, si mostrò sorpreso di trovarsi davanti il campioncino di un sogno erotico di molti...un’autista ...in miniatura, ma affascinante. Durante il tragitto parlammo di tante cose e spaziando dalla letteratura all’urbanistica della città, al “sacco di Palermo”, non potè più volte fare a meno di dirmi quanto fosse colpito dal mio essere BRILLANTE.

Arrivammo al suo albergo (lo stesso che qualche anno dopo avrebbe fatto da cornice alla mia prima notte di nozze) e scendemmo dalla macchina: lui per andare, io per salutarlo. So già cosa si aspettano di leggere molti di voi ma vi avverto subito che la realtà dei fatti vi deluderà.

La scena fu la seguente: io e il signore, uno accanto all’altro a fissare un portabagagli aperto, pieno di valigie. Mi domandai retoricamente e in silenzio se non stesse aspettando che le tirassi fuori di lì ed, essendo estremamente BRILLANTE, non attesi nemmeno che i folletti della mia fantasia mi rispondessero. Tirai fuori le valigie.

Nuova pausa. Nuovo silenzio. Stessa silenziosa domanda retorica. Stessa risposta. Arrivai alla reception, posai le valigie. Allungai la mano per congedarmi educatamente dall’illustre personaggio e guardandolo negli occhi scorsi un sorriso compaciuto. I palmi delle nostre mani non poterono congiungersi perfettamente. Qualcosa ostacolava il contatto tra le nostre epidermidi. Nooooooo! La manciiiaaaaa! Mi stava dando diecimila lire di mancia per essere stata la più brillante degli autisti che avesse mai incontrato... Diecimila lire: il mio stipendio netto dopo tre mesi di volontariato coatto, pile di biglietti aerei e seimilioni di “a buon rendere” pronunciati con quell’estrema leggerezza dell’essere che riescono ad avere solo gli istruttori di “training autogeno” al corso pre-parto e gli stronzi.

Almeno, mi dissi, ero riuscita a vedere in faccia per la prima volta la mia cara, carissima FATINA DEL CULO!!!

sabato 29 gennaio 2011

Brillante...continua

Per chi non lo ricordasse o non lo sapesse, il blog nacque nel 2007 con un intento prevalentemente terapeutico. Invece di andare da uno psicologo o, peggio ancora, da un cartomante, decisi di mettere per iscritto fatti di cronaca vera riguardanti il mio tribolato passaggio sulla terra prima di ritornare in patria dove ad attendermi c’erano tutti i folletti della mia fantasia.


Ricordo che quando la missione (immersione totale negli usi e costume di esseri umani spesso dediti a strane attività) ebbe inizio, i miei mini-supervisors optarono per un’isola la quale, ebbi modo di scoprire col tempo, pur facendo parte di un Paese chiamato Italia, godeva di una certa indipendenza che, a sua volta, sfociava in tendenze tanto preoccupanti quanto bizzarre.

Scoprii un giorno che, per esempio, un’emittente televisiva italiana aveva addirittura preso spunto da essa per dar vita un “reality” chiamato: “L’isola dei famosi”.

Per quanto quelli del reality fossero famosi, va detto a onor del vero che difficilmente il “reality” avrebbe potuto superare la “reality” (mi si perdoni il gioco di parole ma purtroppo anni e anni di convivenza hanno finito con l’alterare i miei stessi processi cognitivi e linguistic).

La “reality”. La mia isola adottiva era ed è la vera, indiscutibile, ineguagliabile “isola dei famosi”. Mi sembra di vederli già alcuni dei folletti indigeni con l’indice alzato pronto a fare l’elenco di nomi di gente famosa che ha contribuito a rendere universalmente nota questa terra. Mi sembra proprio di sentirle quelle vocine stridule e fiere pronunciare nomi quail Pirandello, Anchise, Camilleri, Verga, Federico II o Goethe.

Ho notato in tal senso che, per alcuni di questi folletti, il solo citare questi nomi copre con un manto dorato tutta la polvere (non trovo parola migliore di questa) che negli anni, nei secoli, ha coperto tutto, si è insinuata dappertutto facendo inceppare i più semplici degli ingranaggi , inclusi i neuroni obesi per l’inattività e le dosi di notizie caramellate ingurgitate, di coloro i quail vedono e fanno finta di non vedere, sentono e fanno finta di non sentire pensando che la questione non li riguardi personalmente.



Sia immediatamente chiaro che non metto in dubbio l’importanza o la grandezza storico-culturale dei nomi precedentemente citati.

Sia altrettanto chiaro che metto in discussione l’obiettività di chi con estrema leggerezza pensa che il solo citarli attivi il pulsante dello scudo protonico sull’isola tutta.

Sono anche altri, molti altri, i nomi che hanno reso e rendono famosa questa terra di “Arte, Mare, Sole e Cultura”.

L’elenco potrebbe essere infinito e senza voler mancare di rispetto a nessuno, mi limiterei a citare qualche nome: Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Mauro Rostagno.

Dopo l’ultimo nome ho deciso di mettere un punto ed andare a capo poiché la mia dignità e la mia coscienza m’impongono di mettere anche una distanza fisica tra i suddetti nomi e gli altri che mi accingo a citare...giusto per non dire che non do spazio a tutti. Non dico “di parte” perché di parte lo sono eccome!

Dunque, dicevamo: “Isola dei famosi”.

C’é Totó Cuffaro (al momento impegnato in una mission fuori sede), Bernardo Provenzano, Totó Riina e Don Vito Corleone  (per molti che vivono oltreoceano trattasi di persona reale. Nell’ultimo periodo mi sono spesso ritrovata a spiegare che quello è un personaggio di fantasia e che, soprattutto, la realtà supera di gran lunga quella descrizione di una fatto, un fenomeno, un modus vivendi e pensandi che ne “Il Padrino” ha reso romanticamente accettabile il tutto).

Infine, ci sono un sacco di altre persone diventate famose nella mia vita e in quella di qualche altra famiglia, la cui vera fama deve ancora esplodere...siamo solo in attesa che si scoperchi questo nostrano vaso di Pandora e che venga dato loro il prestigio che meritano e un viaggio premio di sola andata in uno dei grandi e iperaffollati Resort del Paese

Ma, si sa, per diventare così famosi ci vuole del tempo...e io so aspettare.

Mentre aspetto, a chi ne ha voglia, potrei continuare a raccontare le splendide avventure di un essere estremamente brillante nel girone dei Profili alti ma dalla Statura troppo bassa...


venerdì 28 gennaio 2011

L´isostenibile relativitá dell´ essere

Un bambino pensa che ogni volta che gli si spieghi qualcosa dipenda dal fatto stesso che è un bambino, dove noi con bambino immaginiamo una creatura non indipendente da un adulto. (Per adulto cercate di intendere uno di quelli che si è meglio evoluto, insomma “nelle migliori delle ipotesi”, perchè altrimenti dovremmo poi andare a parare su come è diventato il bambino di cui sopra e perchè).

Uno straniero in terra straniera potrebbe credere, e spesso lo fa, la stessa cosa che continua a ripetersi il bambino che lotta per superare la propria frustrazione. Perchè? Perchè un individuo aperto al nuovo e al diverso spesso si dice che forse, prima di reagire in qualsiasi direzione, debba quantomeno sforzarsi di capire il perchè delle cose, dovuto segno di gratitudine questo che sembra doversi al paese ospitante e tutti i suoi abitanti.

Ma come stanno davvero le cose?

Studi specializzati, la cui esistenza conosco solo io, dimostrano che un qualsiasi individuo evoluto e in possesso di un certo bagaglio di risorse varie, dimostrerà una forte tendenza a mettere a disposizione di chi invece di strumenti non ne ha o ne ha pochi, i propri.

I più credono che tale tendenza sia da identificare con il termine “generosità” o, con il nome meno diffuso ma altrettanto conosciuto di “magnanimità”.

Con gli occhi dei più, la signora che si preoccupa di adottare una piccola poverella, nonostante la numerosa prole, sarà certamente dunque “magnanima”.

Facciamo finta che i ricercatori dell´università di Kickapoo , mossi dal desiderio di avvalorare le loro tesi, e con l´ambizione di una nuova pubblicazione su “Psychologies Magazine”, si rechino dalla buona e generosa signora, che per immaginarcela meglio presento con il nome di Sveva Olivieri Medici, per un´intervista. Lo scopo è capire quali processi cognitivi portino all´elaborazione e quindi alla produzione della generosità e dell´amore gratuito, “quello che non vuole niente in cambio”. (N.d.A. Le definizioni qui impiegate per rendere il contenuto dell´oggetto di studi dell´Università di Kickapoo sono bonariamente rese con parole di comune accezione, che in ambito scientifico potrebbero essere considerate erronee).


Di seguito l´articolo che si legge su “Psychologies Magazine” quest´oggi:


[…] Anni di ricerca inducono il nostro istituto a ritenere che lo stimolo alla produzione di “amore” non sia da ricercare nel sistema nervoso, ma direttamente nello organo, dal quale dipende direttamente la vita dell´essere umano: il cuore.


[…] Studiare l´amore è un po' fare un viaggio in alcune delle caratteristiche che differenziano l'uomo dalle altre specie animali, cercare di comprenderne le sue peculiarità, il suo funzionamento, le sue abilità; anche per questo, forse, esso ha affascinato gli studiosi e i ricercatori di ogni epoca.

Proprio Ficino, da non confondere con Ticino, lo aveva detto già nel XV secolo: l´amore muove tutto.


[…] L´intervista dei giovanissimi ricercatori della nostra prestigiosa università, il cui nome non proferiró, giacchè io il Professore, e quindi unico beneficiario di tutto il merito degli studi qui condotti, conferma quanto su detto, ma soprattutto la tesi che individui magnanimi esistano in natura per garantire la sopravvivenza della specie, dato che gli individui con a disposizione poche risorse sono più dei primi, e quindi condannati a morte già alla nascita.


Prof. Dott. Andrea Maria Lanka



Lo so cosa sta pensando il lettore: non c´è da stupirsi che l´università di Kickapoo sia più famosa di quella di Cimino!!

Sorvolando sulla capacità del Prof. Dott. Lanka di rendere piacevolissima pur anche la lettura di testi scientifici (la battuta sul Ticino è memorabileee!!), certo è quello che nel testo subito emerge: “la tesi che individui magnanimi esistano in natura per garantire la sopravvivenza della specie”. Nonostante la stima di cui il professor Lanka goda in ambito scientifico, ahimè pare che a partire da esperienze che hanno fatto solo in pochi e di cui ho sentito parlare solo io, la sue tesi non abbiano una fondata base scientifica.

Infatti da quanto emerso sulla superficie della mia pagina Word, seppur vero che “ individui magnanimi esistano in natura per garantire la sopravvivenza della specie”, è

anche inopinabile che la specie che intendono salvaguardare è la la...(rullo di tamburiii)...: LA LORO SPECIE!!

Infatti sono certa che i giovani ricercatori abbiano dimenticato di chiedere a Sveva se per caso non intendesse riversare le sue attenzioni e cure sulla poverella per mettersi a posto con le sue frustrazioni di madre fallita e assente...Certo è solo un´ipotesi...


Non tremi il mondo là fuori per quanto da me scritto oggi, perchè tanto è solo la mia striminzita opinione, al posto vostro mi preoccuperei solo nel caso in cui a farsi portavoce di ció fosse Lady Gaga: a quella si che crederebbe il mondo!

Ma allora?? La generosità e l´amore non esistono?? La sola cosa che in tutta risposta mi viene in mente è la mia vecchia insegnante di Psicologia: “Ragazzi tutto ció che noi vogliamo lo diventiamo se ci esercitiamo. L´orecchio assoluto dite? Non scordate i geni”.


Cosa c´entra con il bambino e le sue frustazioni? Tutto quello che volete!!

Mi pare chiaro!


Per Naaaaaarniaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!


(N.d. A. “Kickapoo” non è un´invenzione. Di seguito il link che potrà chiarire la sua origine http://www.youtube.com/watch?v=jf-mA8J93Bg ).





sabato 22 gennaio 2011

...from my Canadian journal...

There are so many things I would like to talk about, that I’m not sure where to start from. The first problem is that I don’t know if I’ve already passed the state of New Comer. If it depended on me, I would tell absolutely yes. I’ve got my Canadian experience which, in plain words, means that I’ve at least on full-time contract. By the way, I’ve got also a driver’s licence and two cars. I handsomely pay a day care where my smart son is learning French through his second language that, actually, is English; while my little wild daughter has already learnt how to flush.


Actually, I had my Thanksgiving Day with the omnipresent but delicious stuffed turkey. I also experienced the art of carving big, heavy, fresh and hard pumpkins in order to make them as scaring and cools as possible to freak out the kids asking for their “tricks or treats”. Finally, even though this list could continue, I myself was with my Ninja Son and my Frozen Penguin Daughter (when I say “frozen” I literally mean it given that, notwithstanding the -1, I forgot to make her wear her gloves) on the street trying not to lose my precious kids among hundreds of spider-men, devils, angels, Peter pans, skeletons, serial killers and bloody grey vampires.

T o say the truth, it was not so easy for a person like me who used to hate any kind of costume or even anything in some way related to Carnival, to walk around among adults who pretended (my hope!) to be bloody, devilish, disgusting, paranormal beings.

But this is my new Country and if I think to get one day my citizenship, a part from the national Anthem, I need to share this kind of experiences at least once.

One of the funniest things that night happened when, thinking that the party was already done, someone knocked at the door.

I greeted the guest with my gentlest and warmest smile aware of the fact that behind it, there would be a late kid asking for his treat...

WHAT? A mini mini Death, holding a shining, shining sickle was looking for treats. At least, I thought, he was not searching for me!!!! It would have been even worse, wouldn’t it?

By the way, my reaction was weird because, while my body was trying to pick one of the last loot bag from the box, my mind and its eyes kept scanning that Mini Mini Misfortune Holder. He was perfect: a long black gown kept to the waist by a belt consisting of several Mini Mini Skulls and a Mini Mini voice barely audible through a depressing dark hood.

I had never thought, one day, I could have pronounced a sentence like “Thanks for coming!” to someone who, even only theoretically, represents the symbol of the end of my life!!!

To be honest, I would know the reason why I was so quiet and relaxed. My first Halloween night occurred exactly at the end of two as surreal as nightmarish weeks of pure craziness. For some reason that I still ignore the week before had been one of the worst I could ever remember...but this is another story...