"Odio la vile prudenza che ci agghiaccia e lega e rende incapaci d'ogni grande azione, riducendoci come animali che attendono tranquillamente alla conservazione di questa infelice vita senz'altro pensiero."
(Giacomo Leopardi)



"In pratica le persone che mi vogliono bene spesso non si accorgono infatti che il loro "ti appoggio" si trasforma in un "mi appoggio"
(Miranda Taten)



domenica 21 febbraio 2010

Cosí per condividere...

Non é sempre facile la comunicazione con gli altri, e ancora meno la tolleranza reciproca...Difficile difficilissimo, ma almeno spesso si potrebbe fare semplicemente silenzio, altrimenti detto TACERE.
Spinti dall´arroganza di sapere ció di cui gli altri hanno bisogno, pretendiamo non solo che le nostre parole siano risolutive per l´altra persona, ma che la linea da noi IMPOSTA sia l´unica possibile, tra l´altro giusta. Iniziamo sempre con frasi tipo “posso darti un consiglio?”, oppure “io al tuo posto farei cosí...”, che sembrano essere dettate, a partire poi dall´estrema logicitá con cui vengono sviluppate, solo dalla nostra rationalitá. Qualora il nostro interlocutore dovesse interrompere questo processo di causa-effetto grazie al quale possiamo fargli capire quanto la soluzione al problema X sia chiara, allora diventiamo fatalisti. Mi spiego. Il nostro amico potrebbe dirci che al di lá della cosa giusta, o meglio logica, c´é per esempio un malessere, (quello che noi tenderemmo subito a definire disturbo mentale, o incapacitá), allora ecco il fato: “che vuoi farci é cosí!”. Fin qui niente di strano, cioé un modello di conversazione come questo lo adottiamo tutti tutti i giorni: non abbiamo sempre una spiegazione per tutto, ed é anche umano. Il problema si manifesta infatti nel momento in cui il nostro amico “depresso” avrá trovato una soluzione in autonomia. Una soluzione non necessariamente giusta, non necessariamente logica, opinabile, egoista, ma pur sempre una soluzione valida e possibilmente risolutiva per se stesso. “Te steesso??” , e io?? A me ascoltatore fedele ed amico, non pensi? Forse non stai tenendo in considerazione i miei consigli? E i miei sentimenti non contano nulla? IO, capisci?? Ecco quindi che iniziamo ad infamare il nostro amico, quello che, e non scordiamolo, volevamo aiutare!! Lo accusiamo di egoismo nonostante noi si stia continuando a parlare solo e soltanto in prima persona, gli lanciamo addosso un container di responsabilitá verso l´intero universo e di sensi di colpa, perché deve sapere che quello che ha deciso di fare (in realtá non importa che cosa!) avrá delle conseguenze permanenti, di cui solo lui sará il responsabile. Possibilmente minacceremo di tentare il suicidio, e sveleremo di soffrire di un insufficienza cardiaca mai dichiarata sino a quel momento (segreto mantenuto per anni per un´occasione speciale come questa!). E credetemi non necessariamente ci fermeremo a questo, e non esagero se dico che alcuni di noi potrebbero davvero iniziare a fare come quel tale che infastidito dal gioco di Amelie Poulan, le disse che il flash della sua macchina fotografica causava incidenti, e cosí la piccola si convinse, guardando il telegiornale, che tutto ció che stava accadendo nel mondo fosse solo e soltanto colpa sua.
Io posso ben immaginare come ognuno di noi creda che tutto ció non ci riguardi, che mai abbiamo fatto niente del genere, ne tanto meno lo faremo, che é Follia!! Cari signori é arrivato il momento di smentirci, di non prenderci piú in giro, di smetterla di scaricare sugli altri le nostre paure e le nostre incapacitá, sostenendo che le incapacitá siano invece proprio dell´altra persona. Del resto essendo tutti sostenitori del karma e del fato, come detto, smettiamola di intralciare il destino, dato che siamo anche molto bravi a proferire frasi, molto spesso vere, come “io non posso aiutarti, anche se mi dispiace moltissimo per te!”. Quindi? Niente oggi mi girava di dire queste cose. Buona domenica cari!

mercoledì 17 febbraio 2010

Nostradamus

Un giorno mi si avvicinó e mi disse: “Adesso ti tocco il braccio, e aspettiamo!”. Prego? “Si, ieri ti ho sfiorata e subito dopo ti é caduto il vassoio dalle mani. Quindi vediamo cosa succede dopo che ti ho stretta trasmettendoti intenzionalmente le mie energie negative”. Sic!! Mentre lui si concentrava sforzandosi di assumere un aspetto spaventoso, strizzando i suoi occhietti neri, valorizzati da una calvizie non da poco, io lo fissavo cercando di capire cosa si aspettasse da me. Dopo dieci secondi, per lui lunghissimi dato lo “sforzo” , lasció il mio braccio con un ghigno...Poi avvenne dell´incredibile...Il rumore del vetro che si rompe in mille pezzi, acqua ovunque...la Paura! Dal nulla era apparsa una bottiglia d´acqua che aveva deciso di cadere proprio sui suoi piedi! Nostradamus tra lo spaventato e l´ incredulo mi fissava, paralizzato. “Hai visto?” , fu la mia risposta, dato che chiaramente ai suoi occhi ero improvvisamente diventata una strega, un essere dotato di poteri sovrannaturali come lui, probabilmente piú forte: la bottiglia l´avevo fatta arrivare io!
Mi resi anche conto del fatto, dato il terrore nei suoi occhietti da roditore, che Nostradamus bluffasse intenzionalmente. Infatti quella delle capacitá paranormali era giusto una strategia per avere un pó di potere sugli altri, ovvero quella schiera di Creduloni che al calar delle tenebre gli chiedevano di leggergli le carte, le quali venivano interrogate con domande tipo, “ma lui lascerá sua moglie per tornare da me?” .
La cosa che io trovai sempre esilarante erano non tanto i quesiti, per quanto opinabili, ma le risposte. Per esempio una conversazione tipo tra Nostradamus e i Creduloni era: “Che puoi dirmi riguardo questa sera?”, “Allora, io ho una forte sensazione...Secondo me con questa persona, che tu stai pensando in questo momento, questa sera puó succedere una cosa bellissima o una cosa bruttissima, dipende da te”. Incredibile!! Cioé, rivolgersi a Nostradamus poteva davvero rivelarsi fondamentale e risolutivo! Ogni tanto qualcuno, coraggiosamente si intrometteva nella conversazione con un ironico “E quindi?” seguito da una risata. A quel punto lo stregone iniziava a roteare gli occhi aggiungendo che quella sera avrebbe fatto bene a ritirarsi, perché aveva giá capito che i suoi demoni gli avrebbero dato del filo da torcere: “ Purtroppo io percepisco solo le energie negative!”. Una sera mentre tornavo in camera mia sento: “Curú, curú!!”. Non essendo il mio nome non mi venne neppure in mente di voltarmi...”Curúúú! Curú aspetta!”. La voce si fece piú vicina...“Curú, mi accompagni alla Recepc?” . Nostradamus mi correva incontro...Curú ero io...Cuore!! Quella volta che la bottiglia cadde, (in realtá sappiate che si trovava nel posto sbagliato perché dimenticata da qualcuno), davvero si era preso un bellu scantazzu!!Ihihahahahahahahahahahahahah!!

giovedì 4 febbraio 2010

Folie

Un giorno al Villaggio venne in vacanza un Folletto.
Anche se non restó molto tempo con noi, di certo non mancó di lasciare il segno, soprattutto a chi riusciva a vederlo...
Folie, cosí veniva chiamato, aveva un aspetto senza pretese. Oltre ad essere alto solo pochi centimetri, vantava un grosso naso a cipolla capitolato da due occhietti guizzanti, i suoi capelli erano lunghi e ondulati, e una schiera di orecchini riempiva tutto il suo orecchio destro (indicatore indiscutibile di una sensibilitá punkabestia) . L´abbigliamento poi era abbastanza neutro: maglietta di cotone verde militare abbinata a jeans semplici un pó rovinati dall´usura del tempo...Non lo vidi mai con altri vestiti che non fossero questi. Quando invece andava a fare un bagno al mare, a Folie piaceva farlo nudo...E questa diciamo che non fu mai una mirabile visione: il nostro Folletto non era esattamente fit. Se dobbiamo dirla tutta, bella non era pure quell´enorme chiazza verde scuro sotto la pancia flaccida, che sembrava volesse continuare a scendere giú non si sa fino a dove, ovvero quello che restava di un leone ruggente un tempo tatuato sulla pancia ben stirata di Folie. La veritá é che lui non era piú giovane come un tempo, e anche i capelli iniziavano ormai a diventar color dell´argento, insomma grigio topo.
Folie. Folie non era un tipo esattamente socievole, ma nonostante questo ogni tanto gli piaceva tenere banco con discorsi di ogni tipo che miravano ad infervorare le masse, convincendole della veritá delle sue parole. Mi ricordo ancora di quelle volte. Lui saliva su un tavolo, e affinché tutti potessero vederlo chiedeva allo Scenografo di puntargli un faretto addosso. Tutto questo perché, anticonformista com´era, si rifiutava di esibirsi nell´anfiteatrino di cui disponeva il Villaggio.
Folie nei suoi discorsi pubblici portava avanti delle teorie, che mai nessuno degli astanti condivise. “Borghesi bigotti” , diceva in tutta risposta Folie.
Il suo credo era supportato da alcuni argomenti fondamentali, almeno cosí mi sembró di capire durante quella settimana:

- Ateismo;
- Abolizione del denaro e del lavoro;
- Abolizione delle carceri;
- Boicottaggio della TV.

Per quel che riguarda il primo punto, a Folie sembrava chiaro che ammettere l´esistenza di qualsiasi tipo di divinitá servisse solo alla gente comune per infiocchettare e abbellire la realtá: “Ma non capite che tutto é determinato da reazioni chimiche???” .
Dunque si passa subito ad “Abolizione delle carceri” e su questo non si transige: un individuo entra Uomo ed esce Bestia! Ergo, venendo meno la funzione che la prigione dovrebbe avere, ovvero riabilitare l´essere reo alla societá, non dovrebbe proprio esistere. Come si fa allora con i malfattori? Ma non capite?? Se ad un essere umano non mancasse tutto ció che é un suo diritto, come la casa e la cultura (non pensateci neppure al lavoro!!), egli non sarebbe costretto a diventare un criminale! Semplice!
“Boicottaggio della TV” e di tutto ció che ad essa é legato.
Questo principio pare rientrare in quella che i critici (se tirati in causa) definirebbero LA TEORIA DELLO SVILUPPO INFANTILE, o semplicemente dell´IMPRINTING.
Secondo tale teoria i bambini non dovrebbero vedere la televisione sino all´etá di cinque anni, nel corso dei quali potrebbero dedicarsi invece ad attivitá piú stimolanti ed intelligenti come ad esempio sellare un cavallo. E dopo i cinque anni? Dopo i cinque anni un bambino normale inizia le elementari per cui l´esistenza della tele deve assolutamente scoprirla affinché non sia un disadattato.
Peró dovere dei genitori é metterlo in guardia di continuo contro il nemico. In tal senso Folie parla di METODO POWER RANGERS, che prende il nome da un telefilm, in voga al momento, che viene seguito da milioni di piccoli fans sfegatati (si va dai due ai dieci anni circa!), che si piantano davanti alla TV subito dopo pranzo. Ma torniamo al metodo, e piú propriamente al Power Rangers. Quest´ultimo bisogna renderlo ridicolo agli occhi del bimbo affinché si possa convincere del fatto non solo che a carnevale é meglio vestirsi da Skin, degli Skunk Anansie, ma che tutti i suoi compagnetti di classe sono idioti!
Resa l´idea possiamo anche passare al prossimo punto.
“Abolizione del denaro e del lavoro” . Ognuno dovrebbe produrre ció di cui é capace e metterlo a disposizione della comunitá. Cosí se io per esempio so fare il gelato, metteró il prodotto a disposizione di tutti, e in cambio avró lo stesso...Insomma ognuno si prende ció di cui ha bisogno da ciascuno individuo...
La domanda é, ma se tutti ambissero ad occuparsi della stessa cosa? In tal caso la speranza sarebbe che almeno la branca prescelta sia la medicina, cosí combattere le pestilenze diventerebbe piú facile...(???).
Folie Folie...chissá che fine ha fatto. Pare che nessuno del Villaggio abbia piú avuto la possibilitá di sentire parlare di lui...Pare che il nostro Folletto Punkabestia Folie, fosse in realtá scappato da Fantasia di Qualcuno, e che meditasse di non farvi piú ritorno...Dopo la sua partenza nel Villaggio fu il caos: la Scema del Villaggio, continuava a ripetere che “I rutti di Folie al chiaro di luna sono capaci di far sognare!!” ; Testolina prese ad ubriacarsi regolarmente; Sterminator non la smetteva piú con “What is love? Baby don´t hurt me, don´t hurt me, no moore...” . Sesta, completamente impazzita, continuava a strapparsi i capelli e, quando possibile, a dare testate su tutte le pareti in cui si imbatteva. Alcuni si organizzarono in gruppi, e si riunivano con lo scopo di contattare Folie telepaticamente, e cosí via. Il delirio!!
Io cercai di farmene una ragione, e tutto ció che credo oggi, é che quel Villaggio era un pó troppo persino per Folie, penso che ci considerasse tutti pazzi... “Fooooooooooolieeeeeee tornaaaaaaaaaaaaaa, troveremo una soluzione!!!” , Concordia gridava, ma ahimé, vanamente!