Buongiorno a tutti,
quelli semi-addormentati e quelli iper-attivi. Io rientro nella terza categoria: pur essendo iper-attiva, il mio volto lascia pensare il contrario.
Stavo sorseggiando la mia quotidiana tazza di caffè (amorevolmente preparata dal maritino) e parlicchiando con alcuni folletti della mia fantasia già svegli, quando mi sono resa conto che potevo farlo anche con voi.
Dunque, uno degli argomenti della giornata è questo: Processo Bertolino (vedi distilleria) a Partinico. Testimoni dell’accusa (tra altri): Pellerito e Genchi.
Non è che ora mi voglio mettere a fare l’avvocato difensore…non sono in grado. Ma, parlando con i miei amici immaginari, non ho potuto trattenere le lacrime (per il divertimento) ripensando a una serie di manovre portate avanti da quei simpatici scagnozzi cui mi riferivo giorni or sono.
I miei piccoli amici, infatti, se prima avevano il potere di farmi stare male fino a raggiungere livelli di rabbia disumana, con i loro simpatici piani di ostracismo, adesso, mi fanno proprio morire.
Dovete sapere che tutte le volte in cui è stata stabilita la data del suddetto processo e, conseguentemente, Ale ed Ino sono stati convocati, quelle dolcezze del creato, per magia, non rispondono alle richieste di visione della documentazione in questione mettendo, dunque, in difficoltà la loro testimonianza. La difficoltà, ovviamente, è relativa. Ma questo loro non possono saperlo: ci vorrebbero quelle doti intellettive delle quali la particolare razza cui appartengono è notoriamente carente!
Io rido perché mi sembra proprio di vederli chiusi in quella stanzetta mentre, con le faccine verdi per la bile, si dicono qualcosa tipo: Omino n. 1 :“Io non glielo voglio dare!”; Omino n. 2: “No!No! Nemmeno io, nemmeno io! Ah!Ah!Ah! siamo troppo furbi, troppo belli e intelligenti!”
Detto ciò, mi sembra proprio di vederli, si lanciano in una sorta di balletto attorno al carpettone e scambiandosi carezze pronunciano elogi del tipo: “ma lo sai che sei proprio intelligente?”, “No, dai!!!!!!! Lo sai che così mi fai arrossire”, “No, sul serio. Volendo fare un parallelismo tra la tua furbizia ed il livello di acqua in un recipiente, devo dirti che non mi è mai accaduto di trovare una terrina colma fino all’orlo!...o, quantomeno, a me non è mai riuscito di raggiungere il bordo!”.
A questo punto, contenti e soddisfatti si salutano nel loro modo tutto particolare pronunciando la fatidica frase : “Piripin Piripè Nessun è furbo più di me!” (risate grasse!).
Mentre vi racconto tutto ciò mi sovvengono episodi non meno esilaranti.
Dovete sapere, infatti, che i miei simpatici scagnozzi pur avendo al posto della materia grigia una sorta di ameba appollaiato sulla testa, sono degli ottimi traslocatori. Non dimenticherò mai quando, al rientro dal nostro meraviglioso viaggio in Canada, fecero trovare ad Alessandro la sua stanza del secondo piano traboccante di mobili (c’era proprio di tutto!) al punto che non vi si poteva più entrare (e sì, a loro le cose piace farle bene). Io non ci potevo credere! Erano stati bravissimi e così cercando di immaginarli all’opera mi sembrava di vederli con le loro tutine azzurre (pensate a Mario Bros), fazzoletto in testa o cappellino con visiera rigida e il logo dell’azienda, “Siamo furbi, siamo bravi pure i traslochi sapemu fari!”. Uno, il più anziano forse e quindi il saggio della tribù, che dava le direttive e l’altro, il più giovane e forse lo sfigato del villaggio, che spingeva spingeva cercando di far entrare il maggior numero possibile di scaffali in quella stanza.
Devo dire che l’operazione gli riuscì con successo…del resto, solo dei geni come loro, grazie alle innumerevoli doti nascoste, sarebbero riusciti a infliggere una punizione così esemplare!
Figuratevi, che tremo ancora quando penso a quale forza e coraggio possiedono i miei amici. Tutte le volte che vedo uno scaffale, infatti, penso che da un momento all’altro il piccolo traslocatore che giace addormentato in ognuno di noi possa mettersi in azione. Da allora, in conclusione, non dico più le parolacce!
quelli semi-addormentati e quelli iper-attivi. Io rientro nella terza categoria: pur essendo iper-attiva, il mio volto lascia pensare il contrario.
Stavo sorseggiando la mia quotidiana tazza di caffè (amorevolmente preparata dal maritino) e parlicchiando con alcuni folletti della mia fantasia già svegli, quando mi sono resa conto che potevo farlo anche con voi.
Dunque, uno degli argomenti della giornata è questo: Processo Bertolino (vedi distilleria) a Partinico. Testimoni dell’accusa (tra altri): Pellerito e Genchi.
Non è che ora mi voglio mettere a fare l’avvocato difensore…non sono in grado. Ma, parlando con i miei amici immaginari, non ho potuto trattenere le lacrime (per il divertimento) ripensando a una serie di manovre portate avanti da quei simpatici scagnozzi cui mi riferivo giorni or sono.
I miei piccoli amici, infatti, se prima avevano il potere di farmi stare male fino a raggiungere livelli di rabbia disumana, con i loro simpatici piani di ostracismo, adesso, mi fanno proprio morire.
Dovete sapere che tutte le volte in cui è stata stabilita la data del suddetto processo e, conseguentemente, Ale ed Ino sono stati convocati, quelle dolcezze del creato, per magia, non rispondono alle richieste di visione della documentazione in questione mettendo, dunque, in difficoltà la loro testimonianza. La difficoltà, ovviamente, è relativa. Ma questo loro non possono saperlo: ci vorrebbero quelle doti intellettive delle quali la particolare razza cui appartengono è notoriamente carente!
Io rido perché mi sembra proprio di vederli chiusi in quella stanzetta mentre, con le faccine verdi per la bile, si dicono qualcosa tipo: Omino n. 1 :“Io non glielo voglio dare!”; Omino n. 2: “No!No! Nemmeno io, nemmeno io! Ah!Ah!Ah! siamo troppo furbi, troppo belli e intelligenti!”
Detto ciò, mi sembra proprio di vederli, si lanciano in una sorta di balletto attorno al carpettone e scambiandosi carezze pronunciano elogi del tipo: “ma lo sai che sei proprio intelligente?”, “No, dai!!!!!!! Lo sai che così mi fai arrossire”, “No, sul serio. Volendo fare un parallelismo tra la tua furbizia ed il livello di acqua in un recipiente, devo dirti che non mi è mai accaduto di trovare una terrina colma fino all’orlo!...o, quantomeno, a me non è mai riuscito di raggiungere il bordo!”.
A questo punto, contenti e soddisfatti si salutano nel loro modo tutto particolare pronunciando la fatidica frase : “Piripin Piripè Nessun è furbo più di me!” (risate grasse!).
Mentre vi racconto tutto ciò mi sovvengono episodi non meno esilaranti.
Dovete sapere, infatti, che i miei simpatici scagnozzi pur avendo al posto della materia grigia una sorta di ameba appollaiato sulla testa, sono degli ottimi traslocatori. Non dimenticherò mai quando, al rientro dal nostro meraviglioso viaggio in Canada, fecero trovare ad Alessandro la sua stanza del secondo piano traboccante di mobili (c’era proprio di tutto!) al punto che non vi si poteva più entrare (e sì, a loro le cose piace farle bene). Io non ci potevo credere! Erano stati bravissimi e così cercando di immaginarli all’opera mi sembrava di vederli con le loro tutine azzurre (pensate a Mario Bros), fazzoletto in testa o cappellino con visiera rigida e il logo dell’azienda, “Siamo furbi, siamo bravi pure i traslochi sapemu fari!”. Uno, il più anziano forse e quindi il saggio della tribù, che dava le direttive e l’altro, il più giovane e forse lo sfigato del villaggio, che spingeva spingeva cercando di far entrare il maggior numero possibile di scaffali in quella stanza.
Devo dire che l’operazione gli riuscì con successo…del resto, solo dei geni come loro, grazie alle innumerevoli doti nascoste, sarebbero riusciti a infliggere una punizione così esemplare!
Figuratevi, che tremo ancora quando penso a quale forza e coraggio possiedono i miei amici. Tutte le volte che vedo uno scaffale, infatti, penso che da un momento all’altro il piccolo traslocatore che giace addormentato in ognuno di noi possa mettersi in azione. Da allora, in conclusione, non dico più le parolacce!
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