Mi sembra di aver più volte dimostrato, in questo blog, la mia ferma intenzione di dare voce a chi generalmente vede negarsi questo diritto. Non m’importa che abbia un’esperienza pregressa. Né che gli studi affrontati siano necessariamente attinenti al mio campo di ricerca.
L’unica cosa che veramente mi sta a cuore è che niente e nessuno senta mai il bisogno di polemizzare dinanzi ad un mio latente ostracismo. Il mio obiettivo, infatti, è quello di dimostrare che tutti abbiamo qualcosa da dire che può, a suo modo, risultare d’aiuto, di conforto o più semplicemente d’intrattenimento per chi, al contrario, ha deciso di fare silenzio e leggere.
E’ per questo motivo che oggi ho deciso di mettermi in un cantuccio e lasciare la parola ad un mio nuovo amico: Mr Palato.
Costui, infatti, a seguito di un evento che lui stesso avrà il piacere di esporvi, ha deciso di scrivermi una lettera molto interessante che, date le premesse, ho deciso di pubblicare affinché ognuno di voi possa trarre le proprie conclusioni e, se necessario, offrire dei consigli.
Vi riporto di seguito la missiva.
L’unica cosa che veramente mi sta a cuore è che niente e nessuno senta mai il bisogno di polemizzare dinanzi ad un mio latente ostracismo. Il mio obiettivo, infatti, è quello di dimostrare che tutti abbiamo qualcosa da dire che può, a suo modo, risultare d’aiuto, di conforto o più semplicemente d’intrattenimento per chi, al contrario, ha deciso di fare silenzio e leggere.
E’ per questo motivo che oggi ho deciso di mettermi in un cantuccio e lasciare la parola ad un mio nuovo amico: Mr Palato.
Costui, infatti, a seguito di un evento che lui stesso avrà il piacere di esporvi, ha deciso di scrivermi una lettera molto interessante che, date le premesse, ho deciso di pubblicare affinché ognuno di voi possa trarre le proprie conclusioni e, se necessario, offrire dei consigli.
Vi riporto di seguito la missiva.
“Gent.ma Blogger Acunamatata2000,
è con somma umiltà che oggi le scrivo questa lettera per metterla a conoscenza di un evento tanto drammatico, quanto fastidioso che, impostosi nella mia vita solitaria mi costringe a venir alla scoperto per rivolgerle alcune domande.
Visto
· che per trenta anni l’ho sempre sopportata con stoicismo e stacanovismo, aiutandola ad ingurgitare cibi la cui qualità, talvolta, è stata decisamente dubbia;
· che, talvolta, ho dovuto sopportare il peso di terribili irritazioni perché lei ha pensato bene che se è vero che una patatina alla paprika tira l’altra, tanto vale mangiare due pacchetti di fila;
· che, ignorando completamente la mia esistenza, non si è mai posta il problema di capire che differenza ci fosse tra me e mio cugino detto “Molle”;
· che, quando ancora piccini, l’ho più volte aiutata a nascondere la ciunganbell (come dice suo figlio) dallo sguardo indiscreto di qualche maestra incazzata. A tal proposito, vorrei ricordarle che stavo ore con quel pongo comodamente steso su di me a mo’ di copertina di pile.
Chiedo:
· di comprendere quale strana fantasia l’abbia spinta a prendere delle stravaganti iniziative che, guarda caso, risultano d’ingombro solo al sottoscritto;
· di capire se, almeno per un attimo, si sia chiesta se io potessi essere d’accordo con lei o meno dato che il problema, in fin dei conti, sarebbe stato solamente mio;
· di sapere se, prima della decisione finale, abbia provato a sperimentare sulla sua pelle la claustrofobica sensazione che può provocare un siffatto provvedimento.
(A tal proposito, la inviterei a tenere per dodici ore consecutive un pannello di plexiglass teneramente appiccicato sulla sua guancia. Mi faccia sapere come si sta?)
Infine,
avendo trascorso 30 anni e 10 mesi in sua compagnia, mi sento di dirle che, pur condividendo la sua stessa passione per i viaggi oltreoceano,
non riesco minimamente a comprendere l’esigenza di utilizzarmi quale Hangar per il suo nuovissimo Apparecchio!
Mi permetta di dirle che non è proprio piacevole dormire sotto la pressione di un tappo chiuso male. Quella saliva, poi! Quel risucchio!
Inoltre, se si chiama “Apparecchio odontoiatrico” perché me lo devo sorbire io? Se mi avessero voluto degnare di considerazione allora, quantomeno, avrebbero dovuto dargli un nome tipo “Palatino”, “Palatello”, “Palatecchio…il mio amico appalecchio”(tipo “Pisolone, l’orsetto dormiglione”).
E poi, mia cara Blogger, una cortesia! Ogni volta che decide di torturarmi, la smette di cantare quegli odiosissimi versi? Come fanno? “Ai biliv Ai chen flaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!”
Se davvero sa volare, un consiglio: Salga sul suo fiammante aeroplanino e voli via verso mete inesplorate. Via!Via! Verso l’isola che non c’è … dai furboni come te! E, ovviamente, stia attenta a non precipitare!
Con affetto.
Mr Palato
è con somma umiltà che oggi le scrivo questa lettera per metterla a conoscenza di un evento tanto drammatico, quanto fastidioso che, impostosi nella mia vita solitaria mi costringe a venir alla scoperto per rivolgerle alcune domande.
Visto
· che per trenta anni l’ho sempre sopportata con stoicismo e stacanovismo, aiutandola ad ingurgitare cibi la cui qualità, talvolta, è stata decisamente dubbia;
· che, talvolta, ho dovuto sopportare il peso di terribili irritazioni perché lei ha pensato bene che se è vero che una patatina alla paprika tira l’altra, tanto vale mangiare due pacchetti di fila;
· che, ignorando completamente la mia esistenza, non si è mai posta il problema di capire che differenza ci fosse tra me e mio cugino detto “Molle”;
· che, quando ancora piccini, l’ho più volte aiutata a nascondere la ciunganbell (come dice suo figlio) dallo sguardo indiscreto di qualche maestra incazzata. A tal proposito, vorrei ricordarle che stavo ore con quel pongo comodamente steso su di me a mo’ di copertina di pile.
Chiedo:
· di comprendere quale strana fantasia l’abbia spinta a prendere delle stravaganti iniziative che, guarda caso, risultano d’ingombro solo al sottoscritto;
· di capire se, almeno per un attimo, si sia chiesta se io potessi essere d’accordo con lei o meno dato che il problema, in fin dei conti, sarebbe stato solamente mio;
· di sapere se, prima della decisione finale, abbia provato a sperimentare sulla sua pelle la claustrofobica sensazione che può provocare un siffatto provvedimento.
(A tal proposito, la inviterei a tenere per dodici ore consecutive un pannello di plexiglass teneramente appiccicato sulla sua guancia. Mi faccia sapere come si sta?)
Infine,
avendo trascorso 30 anni e 10 mesi in sua compagnia, mi sento di dirle che, pur condividendo la sua stessa passione per i viaggi oltreoceano,
non riesco minimamente a comprendere l’esigenza di utilizzarmi quale Hangar per il suo nuovissimo Apparecchio!
Mi permetta di dirle che non è proprio piacevole dormire sotto la pressione di un tappo chiuso male. Quella saliva, poi! Quel risucchio!
Inoltre, se si chiama “Apparecchio odontoiatrico” perché me lo devo sorbire io? Se mi avessero voluto degnare di considerazione allora, quantomeno, avrebbero dovuto dargli un nome tipo “Palatino”, “Palatello”, “Palatecchio…il mio amico appalecchio”(tipo “Pisolone, l’orsetto dormiglione”).
E poi, mia cara Blogger, una cortesia! Ogni volta che decide di torturarmi, la smette di cantare quegli odiosissimi versi? Come fanno? “Ai biliv Ai chen flaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!”
Se davvero sa volare, un consiglio: Salga sul suo fiammante aeroplanino e voli via verso mete inesplorate. Via!Via! Verso l’isola che non c’è … dai furboni come te! E, ovviamente, stia attenta a non precipitare!
Con affetto.
Mr Palato
10 commenti:
Cara Claudia, devo farti un appunto su un errorino che hai fatto: "akunamata" si scrive "Hakuna matata". Essendo stato in Tanzania ed essendomelo sentito dire milioni di volte mi sono documentato: riporto da wikipedia (da "http://it.wikipedia.org/wiki/Hakuna_matata")
"Hakuna matata è una locuzione swahili, di uso estremamente comune in molte regioni dell'Africa meridionale e orientale (in particolare nella zona di Kenya e Tanzania). Significa letteralmente "qui non ci sono problemi"; può essere paragonato a molte altre espressioni analoghe diffuse in altre zone del mondo, a cominciare dal celebre no worries australiano o no problem giamaicano e della cultura Raggae.
In occidente la frase è stata resa celebre in particolare dal film Walt Disney Il re leone. In una celebre sequenza, un suricato e un facocero, Timon e Pumbaa, insegnano al protagonista, il leone Simba la filosofia dell'hakuna matata: dimenticare i problemi del passato e concentrarsi con ottimismo sul presente. Il brano musicale che accompagna la scena, Hakuna Matata, è di Elton John, con parole di Tim Rice."
Firmato: il pignolo
Caro Mr Palato, non hai tutti i torti, ma dovresti tenere conto del fatto che il tuo alloggio diverrà, grazie alla tortura imposta, l'invidia di tutti i tuoi simili, nonchè dei cugini "molli".
(Tra l'altro già hai questa fortuna: non sei molle!!!!).
Comunque è giusto che ognuno dica la sua, e sei stato "coraggioso" a farlo, tanto più che molti non sanno ancora di te.
Il disegno è opera tua???
Bravo!!
Cosa?? Hai letto il commento di Antonio? Cosa? No, non fa l'insegnante.
(Ahahahah!!!)
Antonio, Caro Antonio, nel ringraziarti vivamente per aver dedicato dieci minuti della tua vita alla ricerca del termine "Hakunamatata", vorrei adesso dirti la mia.
Il tutto nasce dalla registrazione del mio account hotmail. Dopo aver inserito il termine correttamente, sono stata costretta a cambiarlo un miliardo di volte. Era stato utilizzato da un miliardo di persone.
A quel punto, non volendo rinunciare al nome, mi sono permessa una sorta di licenza poetica. In tal modo se qualcuno lo avesse letto, avrebbe altresì compreso il riferimento ed il significato. Inutile dire che, prima di tutto, ho chiesto un'autorizzazione ai miei amici dell' Accademia della Crusca. Non hanno avuto alcun problema a riguardo.
Tuttavia, essendo la mia pazienza e tolleranza famosa a livello internazionale, correggerò immediatamente quello della foto. Non vorrei mai perderò un affiatato lettore come te.
Baci.
Cla
Ridente, simpatico, originale, allegro, solare.
Se anche tu sei così,sei (quasi) perfetta!
Brava.
Ps: io le immetto "le lettere come compaiono nell'immagine", ma a che serve? Intendo dire, che tipo di protezione è?
Ciao Baluginando. Che piacere scoprire nuovi lettori (scrittori).
Ti riferisci alle lettere che compaiono ogni volta che si vuol lasciare un post? Ho chiesto che i commenti non siano anonimi. Ma il perché lo rendano protetto, questo non saprei.
A presto...
Solare? Ridente? Qualcuno qualche giorno fa mi ha scritto che ho le manie di persecuzione. Scherzava. Spero.
Ciao Claudia, uguale piacere per me. Sei venuta a leggere da me qualche giorno fa e mi hai incuriosita, lasciando anche un garbato commento.
Una persona che dà voce al palato non può avere le manie di persecuzioni, forse qualche paturnia temporanea... ma quelle, si sa, le abbiamo tutti. Diglielo a chi ti ha fatto quell'appunto...
A presto, spero.
Messaggio ricevuto! E' vero, tutti abbiamo le nostre paturnie. Scherzavo sulle manie di persecuzione di Claudia... è solo un complesso di inferiorità :-)
Bene, Antonio (dal blog non visibile), questa ammissione, se pur scherzosa, di complesso d'inferiorità ti riscatta alla grande e mi sei diventato simpatico.
Vieni a leggermi, se puoi e se vuoi, sto cercando lettori arguti. Ero capitata malissimo, in un consesso altezzoso di sicumera e di aggressività! Ciao a te e a Claudia che mi sta ospitando. Spero a presto.
Cara Baluginando, grazie per il "lettore arguto", ma non credo di essere tanto arguto come credi. Ho letto qualcosa dal tuo blog e devo dire che mi piace, mi sembri molto brava. Per quanto riguarda il complesso di inferiorità in verità intendevo dire che il complesso di inferiorità l'avesse Claudia, ma effettivamente si poteva leggere pure nell'altra maniera e ci avrei fatto una più bella figura. Bè almeno apprezza la sincerità. Ciao
Ciao Antonio, mi sei sembrato arguto proprio perchè avevo letto al contrario il (non) tuo complesso d'inferiorità. Accidenti, avevo pensato, che arguzia riconoscersi e fare pubblica ammenda! E invece...
Vuoi vedere che l'arguta sono io ?
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