Quando Lorenzo aveva un anno e la nostra vita sembrava dovesse essere
"italiana" per sempre, eravamo soliti trascorrere tanto tempo
insieme. Leggevamo libri (abbiamo cominciato alla sua tenera età di quattro
mesi), ascoltavamo tanta musica e raccontavamo tante storie.
Un giorno, coricati sull' "isola", un tappeto ricoperto di plaid
davanti al camino acceso di una freddissima casa, cominciammo a inventare una
storia (Lorenzo aveva un anno e mezzo al massimo). C'era un fattore, c'erano
degli animali, c'era un bicchiere di latte. Mancava un libro da leggere che,
però, magicamente apparve tra le mie mani, fatto di ipotetiche pagine che,
grazie all’ausilio della fantasia, Lorenzo riusciva a sfogliare. E ogni pagina
aveva le sue parole, le sue immagini, i suoi nomi che per anni (più di cinque
ormai) sono rimasti invariati, inalterati, inattacati e inattaccabili. La
storia è diventata poi anche di Maia ma, per rispetto del co-autore Lorenzo, le
parole sono rimaste invariate.
Teddy (questo il nome del protagonista
principale) è diventato parte integrante delle nostre vite.
Un paio di volte mi sono ripromessa di scrivere questa storia per presevarla
da quella crescita che, inevitabilmente, finirà con il portarla fisicamente
lontano da noi (più da Lorenzo e Maia che da Mamma Claudia).
Questa mattina, avendo la fortuna di poter lavorare da casa, sono rimasta
con Lorenzo. La scuola è finita ieri e, in quanto primo giorno di vacanza, mi
sono posta il problema morale di come far trascorrere il tempo a questo bambino
senza piazzarlo davanti la televisione, davanti al nintendo, davanti alla WII.
Ancora una volta, Teddy mi è corso in aiuto. Ho mostrato a Lorenzo il blog e
gli ho spiegato di cosa si trattasse e cosa ci consente di fare. Ho detto che
quello era come un nostro libro, un diario nel quale possiamo condividere le
nostre storie.
Avevo già fatto un disegno nel quale c'erano un cane, un cappello, un albero
e un bicchiere e gli ho chiesto cosa ci vedesse. La risposta è stata:
"Questa è la storia di Teddy!"
Inevitabilmente ho sorriso e mi sono
emozionata. Il sorriso è diventato riso quando Lorenzo ha aggiunto:
"Mamma, però io Teddy lo immaginavo piu' simile a Snoopy!"
Lì ho capito che era giunto il momento di chiedere a mio figlio di fare un
disegno di questa storia...e i risultati, dal confronto tra il mio e il suo,
per me sono estremamente interessanti. Nei punti in comune e nelle diverse
evoluzioni.
“La Storia di Teddy”
C’era una volta un cagnolino di nome Teddy il quale, avendo
molta sete e fame, decise di andare alla stalla della Mucca MooH per prendere un bicchiere di latte.
Il fattore, a un certo punto, decise anch’egli di andare
alla stalla per prendere un po’ di latte. Una volta arrivato, però,
vide che di latte non ce n’era più. A quel punto, andò
su tutte le furie e domandò a Mooh se sapesse chi fosse il ladro di latte. “Mucca
Mooh! Chi ha rubato il mio latte?”
La MuccaMooh, pur conoscendo la risposta, disse: “Mooooooohhhhhh,
non soooono stata io!”
Il fattore allora decise di fare la stessa domanda agli altri
animali e così andò prima dal Maialino Grunf
e gli chiese: “Maialino Grunf! Chi ha pres oil mio bicchiere
di latte?”
Il maialino però, troppo impegnato a fare delle
capriole sul fango, disse: “Grunf, Grunf...Non lo so! Grunf!”
Allora, andò dalla Pecora Beehheeh per porle la stessa domanda alla quale, ancora un volta,
ottenne la stessa identica risposta: “Beehheeheh, Nooonne hooo la piuuu
paallida iiideeaaa, Behheeheh!”
A quel punto il contadino,
pensando fosse un complotto di tutta la fattoria decise di rivolgere la domanda
direttamente al suo amico fidato, Teddy.
Teddy era un cagnolino vivace, allegro, al quale piaceva
giocare e pensare di essere il miglior cane da guardia del mondo. Quando Teddy
si rese conto che il padrone stava proprio cercando lui, cercò
di assumere l’espressione più seria di cui fosse capace.
“Teddy, amico mio!” disse il fattore certo di essere vicino
alla sua risposta. “Hai per caso visto chi ha bevuto il mio latte?”
Teddy rispose: “Nou..Nou Nou. Non saprei!”
“Teddy, sei stato tu?”, disse il fattore insospettito da
quelle goccioline penzolanti dai baffi del cagnolino.
“Nou, nou...Non sono stato io”, continuò
imperterrito l’amico fidato.
Finché uno sguardo un po’ più severo da parte del fattore,
fece capire a Teddy che era giunto il momento di dire la verità. “Mi
Spiace Signor Contadino. Sono stato io a prendere il bicchiere di latte perché
avevo troppa fame e sete!”, disse Teddy piegando le sue orecchie verso il
basso.
A quel punto il fattore rispose: “Mio Caro Teddy, le cose
degli altri non si prendono e non si toccano senza prima chiedere il loro
permesso. Quando si desidera qualcosa, basta chiedere con gentilezza e “Per
Favore”. A queste parole, notando che
Teddy era davvero dispiaciuto, il fattore disse: “Teddy, sai cosa facciamo? Sei
stato coraggioso ad ammettere il tuo errore e, inoltre, sei stato bravo a chiedere
scusa! Adesso, per fare pace, prendiamo un altro bicchiere di latte, un piatto
pieno di squisiti biscotti alle mandorle e, insieme, andiamo a fare merenda
sotto quell’albero di mele laggiù!”